26 Aprile 2024, venerdì
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Petrolio, nessun cambiamento in sede Opec

I paesi esportatori di greggio hanno esteso i tagli attuali alla produzione a tutto il 2024, mentre l'Arabia Saudita proseguirà autonomamente l'estrazione di 500.000 barili in meno al giorno. Il punto sulle considerazioni finali di Ignazio Visco

L’innalzamento al tetto del debito americano ha dato respiro ai mercati, ma si inserisce in una dinamica che da mesi li vede in costante posizione di attesa. Nell’ultima riunione l’Opec+ e l’Arabia Saudita non hanno trovato accordo riguardo la portata dei tagli alla produzione. Nonostante la divergenza il prezzo del petrolio, pur cresciuto, è rimasto sotto gli 80 dollari al barile.

L’euro, invece, è sceso rispetto al dollaro; una normale fluttuazione, che lo mantiene in fascia neutrale. Nelle considerazioni finali di Ignazio Visco, all’ultimo mandato come governatore di Bankitalia, attenzione particolare è stata riservata all’inflazione, il cui ritorno su livelli più bassi “sarà più rapido e meno costoso se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a questo fine”. Visco ha lanciato una larvata critica alla velocità con cui sono stati alzati i tassi. Il suo messaggio è chiaro: occorre evitare salti nel buio. Stiamo attendendo la recessione più prevista della storia, anche se la Bce sembra voler proseguire nella politica di inasprimento, mostrandosi più radicale rispetto alla Fed. Riguardo alla riforma del fisco qualcuno ha visto uno scetticismo nei confronti dei sistemi di tassazione ad aliquota fissa, che periodicamente si presentano nel dibattito politico italiano, ma che nella loro versione più ortodossa appaiono inattuabili. Mentre sembra più fattibile la versione light della flat tax, che consentirebbe alle partite iva con fatturato fino a 80.000 euro lordi una tassazione “piatta”. 

Tra i protagonisti delle considerazioni finali anche l’economia italiana. La crescita è stata superiore alle attese e la situazione ispira ottimismo anche in caso di recessione, grazie alla capacità di reazione delle aziende italiane. Il governatore ha poi affermato che “il salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”, perché andrebbe a tutelare le fasce di popolazione più deboli. Ridurre la dimensione del debito pubblico, ha poi detto Visco, “è una priorità della politica economica, indipendentemente dalle regole europee. Un alto debito impone che una quota elevata delle entrate pubbliche sia destinata al pagamento di interessi invece che a impieghi produttivi; pone seri problemi di equità tra le generazioni; rende più difficile l’adozione di misure anticicliche; genera incertezza per gli operatori economici”. Considerazioni giuste, ma di difficile applicazione. A nostro parere è necessario cercare di eliminare il debito “cattivo” e mantenere quello “buono”, cioè gli investimenti che poi creano lavoro, denaro ed espansione dell’economia. Crediamo sarebbe importante ricalibrare gli obiettivi del Pnrr, cambiando le politiche di investimento ed evitando di spendere tutto il tesoretto entro il 2026. Perché, ricordiamolo, quasi tre quarti della somma disponibile è a debito.

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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