Spesso si parla di come far ripartire le piccole comunità, i territori periferici e marginali.
Uno dei principali problemi, che impedisce lo sviluppo di questo territorio e determina l’abbandono di questa area, è la mancanza di infrastrutture ed in particolare di servizi di connettività.
“In zone come la nostra gli operatori delle telecomunicazioni non si sono resi disponibili ad investire, considerando queste aree a fallimento di mercato”, sostiene il Sindaco di Tresana Matteo Mastrini.
“È evidente quindi come il mercato libero si sia sottratto ad una funzione sociale che le vecchie aziende statali, con tutti i limiti del caso, garantivano. Oggi quindi, nonostante il percorso avviato dal Comune di Tresana con Tim, che ha consentito di individuare tre interventi necessari al nostro territorio per le comunicazioni, il gestore tergiversa esponendo i cittadini ad alcuni rischi”.
“Mi riferisco ai frequenti guasti che interessano la linea fissa, lasciando sguarniti gli utenti che vivono in aree dove la telefonia mobile non funziona. In questi casi non può essere infatti garantita l’emergenza urgenza e rispettato il principio della golden hour per il trasporto dei pazienti all’ospedale più vicino”.
“Non si tratta quindi solo di scelte economiche – prosegue Mastrini -, ma di valutazioni di impatto sociale, che mi hanno convinto ad interessare il Prefetto Paolo d’Attilio, che ringrazio per l’attenzione verso il nostro territorio”.
Mi sono appellato alla sua sensibilità nella convinzione che lo Stato non possa lasciare solo nessuno, che chi svolge servizi di pubblica utilità non possa abbandonare i cittadini al loro destino. Siamo inoltre in attesa dei risultati della strategia per la banda ultra larga, al fine di raggiungere gli obiettivi dell’agenda digitale europea”.
“Un’attesa che tuttavia si protrae, rispetto alla quale abbiamo ripetutamente chiesto notizie alla Regione e che, secondo quanto comunicato, dovrebbe dare i primi risultati nel 2020.
Intanto i problemi dei cittadini restano irrisolti, il rischio di rimanere isolati per aver scelto di vivere in un’area a fallimento di mercato è quotidiano”.
“Una scelta, quella di vivere in montagna, che una società civile dovrebbe rispettare ed incentivare, e che invece gli utenti pagano ogni giorno come fosse una colpa”.