26 Aprile 2024, venerdì
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Banda ultra larga in Lunigiana: il quadro dei ritardi

Mastrini: "Tempistiche inammissibili e dannose sia per le imprese, sia per le famiglie"

I Comuni toscani sono 273: la maggior parte di essi ricade in aree definite ” a fallimento di mercato”, ovvero nelle quali i principali gestori della telefonia mobile non hanno interesse ad investire. Per questo Regione Toscana diede avvio al progetto banda ultra larga, che secondo Matteo Mastrini, Sindaco di Tresana e responsabile enti locali di Forza Italia, è in grave ritardo: “Ci avviciniamo, per l’ennesimo anno, all’arrivo dei turisti senza aver risolto il gap digitale e questo è inaccettabile”.

Ad oggi i servizi di connettività ad alta velocità nelle aree a fallimento di mercato sono disponibili complessivamente in 90 Comuni toscani. In 80 territori comunali sono attivabili i servizi in banda ultralarga con tecnologia “FTTH – Fiber To The Home” realizzata dal concessionario Open Fiber. “Di questi 80 nessuno in Lunigiana”.

In ulteriori 10 Comuni sono disponibili i servizi in banda ultralarga, con tecnologia “FTTH o FTTC”, realizzati attraverso un altro tipo di intervento, gestito ed attuato da Infratel, in-house del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, comunque a valere sulle risorse POR FESR, PSR FEASR di Regione Toscana, e risorse ministeriali: “Anche di questi 10 nessuno in Lunigiana”.

Si segnalano poi 29 Comuni nei quali l’infrastruttura di rete “FTTH” di Open Fiber è completata, ma il servizio ad oggi non è ancora attivo: “In questo elenco abbiamo almeno Casola in Lunigiana e Comano”.

I Comuni nei quali sono presenti unità immobiliari connesse e vendibili con tecnologia “FWA – Fixed Wireless Access” di Open Fiber sono 34: “Anche in questo elenco non compaiono comuni lunigianesi”.

Infine ci sono 84 Comuni in cui i lavori di infrastrutturazione “FTTH” oppure “FWA” sono in corso o partiranno nei prossimi mesi: “Qui troviamo Aulla, Filattiera Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi, Mulazzo, Podenzana, Tresana, Villafranca in Lunigiana, Zeri. Spiace notare come il nostro territorio sia sempre il fanalino di coda”.

Mastrini commenta il quadro dei ritardi citando alcuni aspetti: “Abbiamo affrontato la pandemia in queste stesse condizioni, con difficoltà sia per la didattica a distanza, sia per lo smart working. Situazioni che avrebbero dovuto determinare l’accelerazione dei lavori, ma dopo 3 anni siamo ancora in attesa che partano o si concludano”.

Inoltre a pagare un prezzo altissimo sono le numerose strutture ricettive che non godono di un servizio degno di questo nome: “Meriterebbero più attenzione e rispetto. Invece se ne indebolisce l’attività”.

Le date per terminare le infrastrutture si avvicinano: “Il Piano Banda ultralarga Aree bianche nel suo complesso deve concludersi entro il 2025. Per quanto concerne, invece, le opere finanziate dal fondo FESR, queste dovranno chiudersi obbligatoriamente entro il 2023 per non perdere i finanziamenti europei”. 

Redazione
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