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Don Euro: l'ex parroco che ha scioccato la provincia di Massa Carrara

Una vicenda intricata quella che ha portato Luca Morini 51 anni, ex parroco di Caniparola, Avenza, Fossone e Sant’Eustachio a essere soprannominato don Euro fino ad arrivare al processo partito il 12 giugno scorso presso il tribunale di Massa per le accuse di estorsione, autoriciclaggio, detenzione e cessione di stupefacente e sostituzione di persona. Nel corso della prima udienza per lui la difesa ha richiesto una perizia sullo stato di salute mentale.

Il caso

Il caso è esploso nel 2015 quando uno degli escort che l’ex parroco frequentava aveva scoperto la sua vera identità – pare infatti che Morini si fingesse un professionista negli ambiti più svariati – aveva denunciato il raggiro alla curia di Massa Carrara e Pontremoli, che però non si mosse se non dopo un servizio della trasmissione Mediaset Le Iene. La fama e il soprannome di don Euro erano noti ai suoi parrocchiani che si sentivano chiedere denaro per famiglie bisognose.

Le donazioni arrivavano da ogni dove, ditte del marmo, conventi di suore per una messa in suffragio di una consorella, vendita di presunta acqua di Lourdes, donazioni di anelli. Tutti bene che don Euro teneva per se e che secondo le indagini condotte dai carabinieri e dalla Procura di Massa ammonterebbero a un valore di 5 milioni nel corso di 10 anni.

Nessuno però, a parte gli escort, ha mai denunciato il sacerdote e persino il vescovo Giovanni Santucci, oggi parte lesa contro l’ex prete, era stato accusato di appropriazione indebita e tentata truffa. Le accuse sono decadute a novembre del 2018 per non luogo a procedere vista la mancanza di querela nei confronti del Vescovo.

scandalo Don Euro

Lo scandalo

Insomma, un fatto davvero scioccante perché don Euro ha utilizzato soldi venuti dalla beneficienza per pagare cene, viaggi di lusso, regali costosi e pesino droga – sempre nel corso delle indagini sono emerse sue foto mentre faceva uso di cocaina – e ora che è stato esonerato dalla vita sacerdotale circa un anno fa, vive in un appartamento a Marina di Massa che sarebbe stato pagato dalla diocesi.

Sono molti gli indizi raccolti a suo carico, ma bisognerà attendere la prossima udienza rinviata al 17 luglio.

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