sabato, 30 Settembre, 2023

Il Cile e la sua battaglia contro l’alcol: “Ragazzi non abbiate paura, chiedete aiuto”

Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, è un cantante italiano che ha raggiunto il successo qualche anno fa con brani come “Cemento Armato” e “Maria Salvador” (assieme a J Ax). Negli ultimi anni, però, l’artista si è allontanato dalla scena pubblica, e nelle scorse ore ha deciso di condividere con i suoi fan un racconto intimo e toccante: la sua battaglia contro l’alcolismo.

“La prima volta che bevvi avevo quindici anni”, ha scritto Il Cile su Instagram. “Era la notte di Ferragosto, sulla spiaggia di Torrette di Fano. Mi ricordo ancora che vomitai dopo pochi minuti, e il giorno dopo mi promisi che non avrei mai più bevuto”.

Ma le cose non sono andate esattamente così. La timidezza e l’insicurezza di Lorenzo lo hanno portato a usare l’alcol come un modo per abbattere le sue barriere e sentirsi più sicuro di sé. “Sono un alcolista atipico”, ha spiegato. “Posso stare settimane senza bere, ma quando lo faccio posso andare avanti per giorni e giorni”.

La dipendenza da alcol ha avuto un impatto negativo sulla vita di Il Cile, sia a livello personale che professionale. “Ho perso il controllo della mia vita”, ha detto. “Ho rischiato di perdere il lavoro, la famiglia e gli amici”.

Oggi, Lorenzo è in recupero, e ha deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare il pubblico su un tema ancora troppo spesso tabù. “Non vergognatevi di chiedere aiuto”, ha detto. “L’alcolismo è una malattia, e si può guarire”.

La diagnosi è arrivata lo scorso 31 agosto: “Mi è stato detto che (se non voglio morire e sebbene le mie canzoni spesso non ispirino euforia vorrei ancora scriverne un po’) non dovrò più toccare alcool a vita. Ed anche se può sembrare stupido è surreale, quando il dottore mi spiegava tecnicamente di pancreas e cronicità, usando tutti termini che mi rimandavano al mondo ospedaliero, io mi sentivo liberato da un peso enorme. Perché scrivo qui queste cose? Perché vorrei spiegare ai ragazzi che ogni sostanza va immaginata come un elastico che fai allungare con il pollice e il polpastrello delle tue mani, puoi tirarlo tanto, anche tutta la vita, ma potrebbe succedere che un pollice ed un polpastrello cedano, e più l’avrai tirato, più dolore sentirai nell’altra mano. Non abbiate paura di chiedere aiuto se vi sentite schiavi di qualunque sostanza, siamo umani e finché non siamo sottoterra abbiamo diritto a stare il meglio possibile”.

Redazione
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