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Flessione dei mercati: ritracciamento o ritorno dell’Orso?

Il settembre delle Borse europee si è chiuso male e ottobre ha confermato il trend al ribasso.  Piazza Affari è maglia nera continentale, con cali di oltre l’1% a seduta. Solo il ribasso del petrolio ha dato un po’ di fiato agli investitori, anche se il graduale arretramento dell’euro nei confronti del dollaro può attutirne gli effetti. Non è ancora detto sia un trend negativo. E’ più corretto parlare di ritracciamento dovuto, prima di tutto, alla stagionalità – in autunno le Borse solitamente si riposizionano verso il basso – e alla natura dei listini europei molto sensibili alla recessione. Ha influito anche la crisi immobiliare cinese, in una situazione in cui Pechino è uno sbocco forte per l’economia tedesca, già in recessione da inizio anno.

Senza parlare della guerra russo-ucraina, di cui non si vede la fine, e della consapevolezza, da parte degli investitori, che la situazione delle economie mondiali è peggiore rispetto a quanto riportano i giornali. Inoltre,la politica monetaria di Bce e Fed; quest’ultima, ritenuta ormai vicina a fermare l’aumento dei tassi, è tornata sui suoi passi. Michelle Bowman ha sottolineato la necessità di alzare nuovamente il costo del denaro, per raggiungere il “mantra” del 2% di inflazione. L’economia americana però sembra ben più resiliente rispetto a quella europea. La convivenza tra due macrotrend in apparente dicotomia (la stretta monetaria e le condizioni economiche ancora buone) ha spinto in alto il dollaro, che prosegue ad avanzare sull’euro e sullo yen.

A dare forza al biglietto verde ha contribuito anche il rischio shutdown, che paradossalmente ha convinto gli investitori a cercare rifugio proprio nella valuta americana. Il blocco delle attività amministrative è poi stato scongiurato da un accordo che ha costretto l’amministrazione democratica a ridurre gli aiuti all’Ucraina per 6,2 miliardi di dollari. Il compromesso con i repubblicani moderati ha tuttavia causato un sell off di obbligazioni, negli Usa e a livello mondiale, proprio perché l’intesa anti-shutdown ha reso più probabili nuovi rialzi ai tassi Fed. Per i bond, dunque, siamo molto vicini ai massimi di rendimento, che quest’anno sarà prossimo allo zero. 

La Commissione Europea ha consigliato di eliminare il divieto permanente di importazione del gas russo, dando, ai singoli Stati membri l’opportunità di introdurre un divieto provvisorio di import nel caso in cui se ne presentasse l’esigenza per motivi di sicurezza nazionale.

La nuova posizione della Commissione Europea arriva proprio nei giorni in cui – oltre alla revoca di aiuti americani all’Ucraina – le elezioni slovacche hanno visto la vittoria della sinistra di Robert Fico, contrario a fornire nuove armi a Kiev.

Per gli investimenti, la soluzione migliore sembra ancora l’attesa. Meglio aspettare l’eventuale calo del mercato americano, per il quale sembra plausibile un’erosione del 4%-5%. Per l’obbligazionario occorre tenere in considerazione le tensioni sullo spread italiano.

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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