Netflix e Tesla hanno aperto il giro dei dati trimestrali deludendo le aspettative, con cali in Borsa. Tesla, in particolare, ha sfiorato il -10%.
I numeri fanno scalpore, ma gli investitori non devono preoccuparsi, perché l’ammiraglia di Elon Musk ha visto arretrare il suo titolo dopo un guadagno di oltre il 100% da inizio anno. Le Borse americane comunque continuano a correre. L’Europa, invece, non ha offerto grossi spunti: siamo ancora in una fase di calma, aspettando settembre.
Il consiglio per gli investitori resta di mantenere le posizioni. Il mercato è ancora ben intonato, dopo l’estate le idee saranno più chiare. Per quanto riguarda i tassi, i mercati sono convinti che il prossimo rialzo sarà di 0,25%. Più incerto l’appuntamento successivo. La Fed e è aperta allo stop definitivo (se i dati di inflazione lo permetteranno), meno la Bce che potrebbe fermarsi solo dopo i due interventi ritenuti probabili da mercati e analisti.
Attualmente l’economia americana sta comunque meglio di quella Ue, influenzata dalla lunga guerra russo-ucraina. La pur sanzionata Russia invece registrerà performance migliori rispetto ai principali paesi dell’Unione.Gli effetti della “guerra del grano” – e della speculazione che spesso si associa ai momenti di crisi – si potrebbero sentire presto sulle economie dell’Europa occidentale, con aumenti dei generi alimentari. Finora, l’unica conseguenza tangibile sull’economia mondiale dovuto al braccio di ferro è la moderata crescita del prezzo del petrolio. L’Arabia Saudita segue una politica ormai consolidata all’insegna dei tagli alla produzione di greggio, ma non bada a spese per la realizzazione di una lega calcio competitiva, che a suon di petrodollari attiri i migliori giocatori del mondo.
Lo scopo è creare un campionato di poche squadre che possa affiancarsi ai tradizionali appuntamenti calcistici europei e sudamericani, “tirando la volata” a un eventuale campionato del mondo in Arabia.
Se l’Arabia Saudita cerca di comprarsi un ruolo nel calcio, la Cina potrebbe prendersi, dal 2035 in poi, l’automotive. “L’elettrico” però desta alcune perplessità, legate alla sicurezza (in caso di urto) e alla ricarica, troppo lenta e in alcuni casi impossibile (si pensi ai recenti casi blackout dovuti al maltempo).
Secondo una rilevazione della First Cisl, da inizio anno in Italia hanno terminato di operare quasi 600 filiali. Le cause sono la digitalizzazione e gli alti costi che ora producono esuberi, spesso gestiti con scivoli e prepensionamenti di personale. A perderci sono soprattutto gli over 70, poco abituati alle nuove tecnologie e bisognosi di rapporti umani che il digitale inevitabilmente riduce. Non è da escludere che alcuni anziani effettuino una scelta di prossimità dicendo addio alla banca che ha rinunciato allo sportello in zona e approdando a un altro istituto con una succursale vicina al loro domicilio.