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Matteo Manzin presenta il suo nuovo romanzo ad Aulla

Matteo Manzin dà alle stampe il suo terzo romanzo e dopo l’anticipazione del Festival del Libro di Montereggio comincia il tour di presentazioni. Prima tappa questo venerdì 25 agosto alle 21 ad Aulla, in piazza Cavour. Manzin, di professione ginecologo, dichiara:

“Sono stato incoraggiato a proseguire le avventure del protagonista, il medico condotto Maurizio Perrone, dai miei lettori. Il tempo è passato, i personaggi com’è naturale sono cambiati e sono cambiati anche i paesaggi. L’immagine di Aulla che vede Elizabeth nel percorrere le strade del paese è molto diversa da quella delle prime cavalcate, quando, ospite di Waterfield, conosce la Lunigiana e il giovane Perrone”.

Maurizio ed Elizabeth cavalcano, volano, saltano, marciano (molto), parlano lingue che non sono la loro, mutano identità (varie volte), incontrano contadini, diplomatici, militari, spie, letterati storicamente esistiti e non (anche Lennon e McCartney) e, concluse le fortunose peripezie, Perrone lascia scritto il suo racconto. Quando si chiede a chi potrebbero interessare i suoi ricordi, l’autore gli fa rispondere: 

“Forse a qualcuno… qualche coraggioso, leggendoli, potrebbe capire che è impossibile interpretare il presente se non conosciamo la nostra storia, anche la storia di un piccolo territorio e conservarne la memoria”. E la storia è qui corredata da un ricco apparato bibliografico a fine volume. C’è tanto impegno nello studio del contesto in cui si muovono i personaggi, e in questa rigorosa ricostruzione romanzata si intravvede la complessità di certe questioni novecentesche. Specifica Manzin: “Tutti i fatti narrati sono reali a eccezione, naturalmente, della vicenda avventurosa”.

Qual è stato il personaggio più divertente da raccontare?

“Quello del colonnello Dimitri che fa la sua comparsa nel secondo romanzo, a Odessa, portando le stimmate del rigido funzionario, rivoluzionario di professione. Nel terzo mi sono divertito a costruire un’immagine fuori dagli stereotipi, come si evidenzia nella conclusione cubana della sua vicenda”.

Con una lettera di Dimitri si conclude il volume, e quindi la trilogia, tra ricordi e nuovi brindisi, una vodka gelata presa dal frigo, sulle note di una canzone straniera che storicamente da fine Ottocento ha avuto la funzione di caricare i soldati in battaglia e qui ha la funzione di caricare la narrazione.

E allora attendiamo venerdì per sentire cantare piazza Cavour in spagnolo.

Redazione
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