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Trasporto pubblico locale: l’intervento di Mannini della Fit Cisl

“Cispel Toscana (associazione regionale delle imprese di servizio pubblico locale, n.d.r.), Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Upi (Unione Province Italiane) si sono recentemente riunite a convegno (fine di ottobre) per confrontarsi sul Trasporto Pubblico in Toscana e nello specifico sul T2 e il così detto Lotto Debole che interesserà cinque province in Toscana”.

Lo dichiara Luca Mannini segretario Fit Cisl Massa Carrara – Toscana Nord, che spiega rispetto alle novità del trasporto pubblico locale: “Già qua la prima discrepanza, visto che la spada di Damocle cadrà non in tutte le Province. Evidentemente, al tempo della progettazione della gara unica regionale per assegnare il servizio del tpl, qualche territorio più furbo degli altri è riuscito nell’impresa di far rientrare il lotto debole della propria provincia nel lotto unico. Tanto di cappello, a Massa Carrara non ci siamo riusciti!”.
Come Fit Cisl di Massa Carrara, questi argomenti ci vedo coinvolti da tempo in prima linea nell’interesse degli utenti, ma anche e soprattutto dei dipendenti del settore, che come denunciato più volte nella peggiore delle ipotesi rischiano di essere trasferiti dalla attuale società Autolinee Toscane. Si tratterebbe di circa 5000 addetti a piccole Cooperative e ad Ati di più aziende che non possono offrire nessun tipo di garanzia contrattuale, salariale e normativa.

Nella migliore delle ipotesi invece i lavoratori rischiano ‘solo’ di essere trasferiti a oltre 100 clavoratrici con stipendi di circa 1.300 euro al mese che lavorano 6 giorni su sette!”
Tornando quindi al Convegno Cispel, Anci e Upi e leggendo la stampa nei giorni successivi è balzato all’occhio il fatto che queste tre associazioni vedono come un’opportunità il fatto che le ‘vecchie’ aziende toscane dei trasporti possano tornare sulla scena per dare il loro contributo per offrire un servizio di qualità e garantire quei chilometri che rischiano di mancare nello scenario del T2 e lotto debole. Aziende che – sempre secondo quanto emerso al convegno e dichiarato alla stampa – hanno in varia misura conservato asset funzionali al servizio (depositi, bus, per servizi scolastici e turistici) o sono comunque proprietari di mezzi non trasferiti al nuovo gestore. Insomma tra lotto debole (9 milioni di km), servizio scolastico attualmente in mano ai comuni (24 milioni di km) e subconcessioni (dai 2 ai 12 milioni di km) le vecchie aziende si ‘lisciano i baffi’ pregustando introiti da capogiro.
Al di là del fatto che definire di qualità il servizio che hanno offerto in passato ce ne vuole e che il taglio dei km avverrà ugualmente, con o senza assegnazione loro dei km, rimaniamo perplessi sul fatto che Cispel, Anci e Upi non abbiano evidenziato la problematica dei dipendenti che all’inizio del comunicato stampa abbiamo ben evidenziato. Evidentemente non sentono la problematica dovuta al fatto che chi ha cibo in tavola non può certo sentir fame. Il problema però è che i dipendenti del trasporto pubblico locale hanno già un certo languorino causato dalle basse retribuzioni, figuriamoci quando avranno 500/600 euro di spese fisse di trasferimento!
Non dimentichiamoci, che almeno per quanto riguarda Ctt Nord, ovvero l’azienda che ha operato nella nostra provincia fino allo scorso anno, al tempo non aderì agli accordi di II livello dei lavoratori e applicò una normativa unilaterale mai condivisa dalle organizzazioni sindacali, che ha tenuto ferma per anni la parte salariale nonostante l’inflazione.

Un normativa unilaterale che nel corso degli anni ha permesso di incassare ai soci pubblici di Ctt Nord – ovvero i sindaci delle Province di Pisa, Lucca e Livorno – nonché ai soci privati, importanti risorse economiche a discapito dei lavoratori.
Pertanto dispiace constatare tutta questa effervescenza sulla possibilità di un ritorno di questi gestori. Cispel, Anci e Upi evidentemente non si rendono conto che fare di nuovo uno ‘spezzatino’ del servizio pubblico, adesso sotto un unico gestore, non sarà certo una cosa positiva per la qualità del servizio.
E non voglia essere visto il nostro intervento come un assist ad Autolinee Toscane che in un anno di operatività non è riuscita nell’intento di migliorare il servizio all’utenza e non sta facendo nulla per incrementare la parte salariale dei dipendenti vero motivo della difficoltà a trovare nuove maestranze e a mantenere quelle esistenti. Negli ultimi tre mesi nella nostra provincia si sono già licenziati volontariamente tre dipendenti e sembra ce ne siano altri in procinto di farlo.
Come Fit Cisl con le altre sigle sindacali, in questi mesi ci siamo attivati per avere un incontro con la Provincia di Massa Carrara, avvenuto poi il 31 marzo scorso ed un incontro con la Regione, avvenuto il 28 settembre nella figura dell’assessore ai trasporti Stefano Baccelli (Giani nonostante la nostra richiesta non si presentò) ma a oggi nessuno ha dato garanzie valide e soluzioni alle problematiche che cadranno inesorabilmente in testa ai lavoratori a partire dal 1° novembre 2023. L’assessore Baccelli aveva promesso di riconvocarci a distanza di 15 giorni, dopo un’attenta analisi delle problematiche da noi evidenziate ma a oggi non è arrivata nessuna convocazione.
Upi Toscana ha chiesto la convocazione della conferenza permanente del trasporto pubblico locale con Regione Toscana, Anci, aziende e Cispel, per affrontare il problema a livello complessivo. Noi ne siamo contenti ma la domanda che ci facciamo è: verrà affrontato anche la problematica dei lavoratori o si parlerà solo di ‘spartizioni’ nell’interesse delle aziende?
Come Fit Cisl non molliamo e fino a quando non avremo garanzie per i lavoratori saremo in prima linea a difendere le retribuzioni e le condizioni di lavoro dei dipendenti”.

Redazione
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