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Sanac, Uil: “Stop agli ordini, per ora si salva solo Massa”

“La miopia dello Stato e della politica rischia di far fermare quasi tutti gli stabilimenti del gruppo Sanac nel giro di poche settimane. Gli ordini da Taranto restano bloccati, una strategia fallimentare per la stessa azienda Acciaierie d’Italia di cui fa parte Invitalia per ora al 38% delle quote e che pure ha presentato un’offerta di acquisizione per Sanac. Stanno mettendo alle porte il gruppo per obiettivi che hanno logiche di mercato capitalistiche senza alcun controllo da parte del Governo”. A dirlo è il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani, a stretto giro di boa dall’incontro che i vertici nazionali del sindacato hanno avuto con i rappresentanti della procedura, Claudio Picucci e Rosario Fazio.

“Al tavolo è venuto finalmente fuori il numero esatto di proposte presentate per Sanac – prosegue Graziani – Si tratta di 9 soggetti interessati all’acquisizione del gruppo e fra loro c’è Acciaierie d’Italia. La procedura va avanti e se tutto va bene dovrebbe concludersi prima dell’estate. Ma il vero tema, oggi, è un altro perché la burocrazia ha tempi lunghissimi mentre il mercato internazionale non aspetta. Continuano a non esserci ordini da quello che è il cliente principale per Sanac, ossia lo stabilimento ex Ilva gestito da Acciaierie d’Italia.

Questo significa che tutto il gruppo sta andando in forte sofferenza di liquidità. Gli stabilimenti di Grogastu e Vado Ligure sono quasi fermi, Gattinara a seguire dovrà fermarsi. Per ora si salva Massa perché lavora di più e anche con terzi, pure qualche cosa ancora per Acciaierie d’Italia. Ma è chiaro che non basta e le ore di cassa integrazione sono dietro l’angolo anche per il nostro stabilimento. La visione strategica deve essere d’insieme e ogni stabilimento che si ferma è una sconfitta”.

I sindacati a livello nazionale provano a fare pressing ma la soluzione è lontana e potrebbe non arrivare neppure con il passaggio di Invitalia al 60% nella newco Acciaierie d’Italia: “A questo punto abbiamo comunque dubbi che lo Stato possa far valere il suo peso per riprendere gli acquisti da Sanac perché in tutta questa vicenda gioca un ruolo chiave l’assenza totale della politica: per smuoverla stiamo valutando una mobilitazione e i nostri nazionali chiederanno una convocazione urgente al Mise per aprire un confronto politico. Nel frattempo il bando comunque prevede diverse e lunghe fasi: la due diligence a cui far seguire la presentazione di offerte di acquisto vincolanti con una o più fasi di rilancio per poi arrivare all’aggiudicazione definitiva. Quindi rischiamo di concludere la gara con un morto”.

Redazione
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