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Caporalato nei cantieri di Spezia, il Sindaco Peracchini: "Sfruttamento dei lavoratori è un crimine odioso"

“Ti do un calcio, ti butto dall’alto della nave”, “Dopo averlo attaccato ammazzalo… non capisce niente quell’uomo”: così la banda dei “capi” terrorizzava i lavoratori impegnati con turni infiniti e paghe da fame nei cantieri nautici spezzini, banda finita nel mirino degli inquirenti grazie ad una complessa indagine dalla Gdf della Spezia. Il modus operandi dei caporali, arrestati ieri mattina all’alba dalla è finito nella fitta rete di intercettazioni ambientali e telefoniche disposte dalla Procura nell’ultimo anno.
Gli operai bengalesi – più di 150 – reclutati dall’azienda Gs Painting srl con sede a Ancona, erano costretti ad andare a lavorare anche con la febbre alta. Lo si apprende da fonti investigative che ricordano l’importanza del cluster di Covid 19 che si era sviluppato a settembre nella zona dei cantieri navali della Spezia e che aveva coinvolto molti cittadini stranieri.
“Lo sfruttamento dei lavoratori è uno dei crimini più odiosi, soprattutto nei momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo – ha commentato la vicenda il Sindaco di Spezia Pierluigi Peracchini -. La nostra Città è leader nel mondo della nautica e dello yatch, ma solo dove c’è legalità c’è vera ricchezza, perché il traffico illecito del sudore della fronte dei lavoratori produce soltanto disuguaglianze, ingiustizia sociale ed economia sommersa”.
“Il lavoro in nero e lo sfruttamento, purtroppo, non si fermano nemmeno dinnanzi al Covid – continua il Sindaco Peracchini – ancor più pericoloso in questo momento, se i lavoratori hanno paura a dichiararsi positivi o sintomatici per non rischiare di perdere il loro impiego in nero, sempre senza diritti e tutele. Per questo motivo, è ancor più lodevole l’operazione messa a segno dal nucleo della Guardia di Finanza dopo una lunga indagine”.

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