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Fivizzano

Ospedale di Fivizzano, le riflessioni di Vittorio Marini (Forza Italia)

“Tre giorni di Consiglio comunale aperto a tutti e fiaccolata: manifestazione riuscita, Consiglio ampiamente partecipato e fiaccolata oltre ogni aspettativa. Possiamo essere soddisfatti perché l’intento prioritario era questo, ovviamente con i contenuti propositivi che ne sono derivati e che dovranno essere portati al confronto con gli Organi regionali competenti. Ancor più soddisfatti se consideriamo l’importanza di un rinnovato sentimento di solidarietà partecipativa,da tempo fortemente attenuato, dimostrato da tanti cittadini, già rassegnati, delusi e impotenti contro il graduale ma inevitabile ridimensionamento del nostro ospedale.
Ora tanti fra noi riscoprono che qualcosa si può e si deve fare, che nulla è scontato ne casuale ma frutto di scelte che si possono cambiare o almeno discutere, si riscopre la speranza che rinnova previsioni tradite, anche se la realtà sembra contraddire ogni aspettativa. Non per essere pessimisti ma come obiettivi osservatori constatiamo che mentre noi dissertiamo sul potenziamento della nostra struttura ospedaliera, assistiamo impotenti ad un costante svuotamento delle sue funzioni . È il caso dell’ortopedia, dove per mancanza di specalisti si trasferiscono i pazienti all’ospedale di Pontremoli. Com’è possibile che nessuno intervenga, perché accettare tutto passivamente come inevitabile, come espressione gerarchica di una Autorità superiore inappellabile? Il Sindaco, tra le altre competenze in materia sanitaria, si pone come interlocutore a pieno titolo nei confronti dell’Autorità politica-ammnistrativa, quando la stessa interviene a modificare sostanzialmente l’organico professionale e il decentramento delle prestazioni, semplicemente perché tali variazioni incidono sui livelli di assistenza sanitaria dei cittadini. Perché non interviene chiedendo opportune garanzie? Così pure, possiamo fidarci delle tante promesse di autorevoli rappresentanti politici e fare assegnamento sul loro intervento risolutore, peraltro vago e probblematico?
Domandiamoci che cosa significhi in concreto attribuire al nostro presidio ospedaliero una nuova identità, in colpevole ritardo come riconosciuto. È una promessa o una condanna? C’è chi afferma, e si tratta di un autorevole esponente politico, che conviene accontentarci del nostro ospedale nella sua attuale struttura funzionale. Ammesso e non concesso, ma come possiamo condividere quella che appare come un’offerta politica, se, come l’esperienza insegna, non si traduce nella sua completa e concreta applicazione. È nello stato delle cose che i disagi e le emergenze che caratterizzano il nostro ospedale siano il frutto di disservizi, di resistenze di varia natura e di assenteismo delle responsabilità che lascia perplessi. Ne volete un esempio? Perché la Direttrice generale dell’ASL, pur correttamente invitata, non è intervenuta, privando il dibattito del Consiglio comunale di un autorevole e responsabile interlocutore? È evidente che si tratti di una scelta politica che la Direttrice ha condiviso col superiore livello politico.
Agiamo subito, difendiamo il nostro ospedale, servizio essenziale per le Comunità della Lunigiana, e non illudiamoci, le solite sirene ci prospettano l’eccellenza delle nostre strutture ospedaliere come obiettivo da perseguire, ma non ci dicono come ciò sia possibile. Nel frattempo la perdita di credibilità, di servizi e di immagine che mette in fuga i pazienti, in atto ormai da tempo con effetti devastanti, ci metterà di fronte al fatto compiuto e allora sarà la fine. Abbiamo ora intrapreso un percorso di partecipazione e di impegno politico per sostenere un contenzioso complesso ma necessario, vediamo di non tradire le attese, se possibile”.

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