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Il Caffè Alzheimer sbarca in Lunigiana, un incontro di approfondimento il 9 marzo al castello di Terrarossa

Il Caffè Alzheimer è un’occasione concreta per affiancare la famiglia di una persona con Alzheimer in un percorso di rottura dell’isolamento sociale. Le famiglie, invitate agli incontri del Caffè assieme al malato, arrivano in un ambiente accogliente e si rapportano con operatori esperti nella relazione con il malato e operatori esperti nell’ascolto dei familiari. Presto l’esperienza arriverà anche in Lunigiana, grazie all’impegno della Società della salute.

Per conoscere meglio l’argomento è in programma un incontro, fissato per il 9 marzo, dal titolo ‘Come invecchiare in forma’, promosso dalla Sds, Regione Toscana, Cooperativa sociale G. Di Vittorio e Aima Firenze. Appuntamento alle 10 al castello di Terrarossa, nel Comune di Licciana Nardi.

Dopo i saluti del sindaco di Licciana Nardi Renzo Martelloni e del presidente della Società della salute Riccardo Varese, si entrerà nel vivo con gli interventi di Carolina Anna Mobilia, medico geriatra, che affronterà il tema dello sviluppo delle conoscenze su diagnosi e terapia, poi Debora Luccini, assistente sociale della Sds con ‘I servizi per la demenza in Lunigiana’.

Alle 11 ‘Caffè Alzheimer: metodi e obiettivi’ con Manlio Matera, presidente Aima Firenze, seguito da Ilaria Gori, psicologia Aima con ‘Caffè Alzheimer, un’esperienza di relazione sociale’. A moderare il dibattito sarà il direttore della Società della salute Marco Formato.

La malattia di Alzheimer è stata descritta per la prima volta agli inizi del secolo scorso da Alois Alzheimer, che riportò il caso di una donna di 51 anni con progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, allucinazioni e incompetenza sociale, collegando le manifestazioni della malattia con le lesioni del tessuto cerebrale. E’ una forma di Demenza ed è caratterizzata da un progressivo e permanente declino della memoria e delle altre funzioni cognitive, che interferiscono gravemente con le attività della vita quotidiana. La perdita di autonomia, conseguente al venir meno delle funzioni cognitive, è tale da richiedere un’assistenza sulle 24 ore, a pochi anni dalla diagnosi. Accanto ai sintomi cognitivi, si possono presentare gravi disturbi comportamentali, quali agitazione, aggressività, deliri e allucinazioni, che rendono difficile la cura della persona.

Il primo Alzheimer Café nacque nel 1997 a Leida, in Olanda, da un progetto dello psicogeriatra olandese Bere Miesen, che lo pensò come uno spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati e i loro familiari: un luogo accogliente, in cui trascorrere qualche ora insieme, socializzare, e parlare dei propri problemi, con la presenza di operatori esperti. Nelle diverse esperienze che si sono succedute da allora in molti Paesi, il Caffè Alzheimer ha avuto interpretazioni diverse, che sono andate dall’occasione di formazione e informazione dei familiari, tipico di un Centro di Ascolto per familiari, a quella di animazione per i malati, tipica di un centro diurno.

Aima, Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, è una rete di associazioni che operano a livello territoriale a sostegno dei malati di Alzheimer e dei loro familiari, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita.
Aima Firenze, nata nel 1994 come primo gruppo della Toscana, lavora in sinergia con i servizi sanitari e sociali territoriali e li integra con interventi finalizzati a tutelare i diritti dei malati, promuovere i servizi per i pazienti, la formazione degli operatori e gli investimenti nella ricerca, favorire un’organizzazione delle cure rispettosa dei diritti del malato, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.

Redazione
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