sabato 5 Ottobre 2024

Preoccupazioni dal caso Blackstone

Il default dichiarato dalla società americana su un'obbligazione finlandese genera molti timori. L'insolvenza potrebbe infatti essere la prima di una serie, sia in America del Nord, sia in Europa. Con notevoli conseguenze sul settore bancario e a cascata sull'intera economia. La vicenda mostra quanto sia pericoloso affrontare l'inflazione con un rialzo troppo elevato dei tassi

Il caso Blackstone ha scosso il mercato real estate, dopo il default su un bond coperto da un portafoglio immobiliare della finlandese Sponda Oy. 

A farne le spese saranno i risparmiatori, mentre Blackstone non rischia quasi nulla. E’ però un  campanello d’allarme perchè può essere la prima di molte insolvenze di questo tipo, in America del Nord e in Europa. E mostra tutti i rischi di una politica di lotta all’inflazione condotta solo con il rialzo elevato e continuo dei tassi che mette sotto stress i fondi real estate. Anche i privati cittadini “soffrono, per il rialzo delle rate dei mutui. Le autorità di controllo hanno chiesto alle banche di rinegoziare i mutui variabili, ma per il momento gli istituti di credito nicchiano. La Bce prosegue con il rialzo dei tassi perché, secondo l’Eurotower, l’inflazione non sta scendendo a sufficienza. 

La settimana per i mercati è stata positiva. Trainata dai listini americani, con un rimbalzo anche sul settore tecnologico, la Borsa di Milano ha chiuso a 1,56%, che porta l’ultimo semestre a +27%. Difficile fare previsioni ma, prima di uno storno, potrebbe verificarsi un nuovo rialzo. Sembra dunque ancora consigliabile mantenere le posizioni, fino agli eventuali primi segnali negativi. Dopo le prossime riunioni delle banche centrali sarà più semplice prendere una decisione.

Nell’ambito della discussione per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei dipendenti bancari. si è verificata la clamorosa rottura tra Intesa Sanpaolo e Abi. Cà de Sass non uscirà dall’associazione bancaria, ma proseguirà autonomamente nella contrattazione. E’ un segnale molto forte, paragonabile all’uscita di Fiat da Confindustria, con numeri che, però, rendono la spaccatura dei giorni scorsi molto più problematica. 

Il titolo Tim è al centro di un braccio di ferro fra due cordate di compratori, Kkr e Cdp Equity insieme a Macquarie Asset Management. L’esito della contesa è incerto ed è lo scontro fra due modelli: uno (Kkr) che obbedisce solo a logiche di mercato, l’altro che vedrebbe lo stato tornare in possesso almeno parzialmente di beni cruciali, oggetto negli ultimi 20 anni di massicce privatizzazioni. Nella vita di un paese la rete è un asset strategico e l’intervento di Cdp Equity sottintende proprio quest’ottica. Il fronte è abbastanza coeso e sembra che maggioranza e opposizioni marcino verso lo stesso obiettivo di tornare in controllo della rete. 

Il petrolio resta ancora a livelli di guardia e il gas è avviato verso la barriera dei 40 euro al megawattora, ancora lontano da livelli più consoni. E’ stata rinviata la decisione sull’auto elettrica e questo rimette in gioco una scelta che sembrava già acquisita. La riflessione potrebbe portare a far revocare i divieti, creando una sana competizione fra elettrico e combustibili tradizionali. Probabilmente, la discussione si trascinerà fino alla scadenza elettorale del 2024.