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La Spezia, chiedevano denaro per una finta associazione in favore dei disabili: due donne denunciate

I carabinieri della stazione della Spezia principale, in seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini, hanno sorpreso due giovani donne originarie dell’est Europa, intente a richiedere ai passanti delle somme di denaro a favore di una finta associazione per i disabili.

Le due donne, di 23 e 28 anni, già note alle forze dell’ordine, avvicinavano le persone nella centralissima via dei Mille presentandosi come incaricate di un’associazione di volontariato per disabili, distribuendo volantini ai passanti. Alle persone che si mostravano interessate, facevano compilare dei moduli per effettuare donazioni in denaro a favore di persone non udenti e bisognose di assistenza.

Facendo leva sul sentimento di solidarietà, le due inducevano persone di buon cuore a consegnare sul posto somme di denaro contante che, in realtà, non sarebbero mai state destinate a nessuna attività a favore dei disabili poiché l’associazione per la quale si erano presentate è risultata inesistente.

Fermate ed accompagnate in caserma, le due sono state trovate in possesso una di somma di circa 100 euro complessivi, ritenuta frutto dei raggiri della giornata e quindi prova del reato. Il denaro e i moduli di sottoscrizione sono stati sequestrati le due donne sono state denunciate all’autorità giudiziaria poiché ritenute responsabili di truffa e accattonaggio in forma molesta in concorso tra loro.

Nei loro confronti inoltre, poiché sono risultate non residenti alla Spezia, è stata richiesta al Questore l’avvio della procedura amministrativa per l’emissione di un foglio di via obbligatorio, al fine di vietare loro il ritorno nei comuni dello spezzino.

I carabinieri segnalano che la modalità di agire, con la quale si carpisce la buona fede delle persone facendo leva sui buoni sentimenti, può essere contrastata segnalando immediatamente, come è avvenuto in questa circostanza, la presenza di soggetti che raccolgono fondi per sedicenti associazioni benefiche.

Chi lo fa, infatti, oltre ad operare per associazioni di cui è facile trovare le attività pubblicizzate in rete, lo comunica alle autorità locali e ottiene i permessi, ad esempio, per l’occupazione di suolo pubblico con banchetti. Chi fa raccolta fondai, infatti, innanzitutto ha, per legge un obbligo di rendicontazione sulle modalità di raccolta e sulle somme.

Inoltre, di massima, è munito di pettorina o capi di abbigliamento con la chiara indicazione dell’organizzazione per la quale opera, di un tesserino di riconoscimento e di materiali di comunicazione con il logo dell’organizzazione e non soltanto, di fotocopie artigianali, com’era il caso delle due donne denunciate.

Redazione
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