Sabato 25 settembre, nella sala consiliare del Museo san Giovanni di Fivizzano il prof. Carmine Mezzacappa, presidente dell’Associazione onlus “Dal Libro alla Solidarietà”, ha presentato il nuovo lavoro del prof. Daniele Rossi, presidente della sezione ANPI di Casola – Fivizzano e presente all’incontro, con la presenza del vicesindaco Giovanni Junior Poleschi, che ha inoltre introdotto l’evento.
La nuova fatica di Rossi porta l’emblematico titolo de “La Giustizia Negata”, con sottotitolo “Le stragi nazifasciste rimaste impunite nel settore occidentale della Linea Gotica”, un meritorio lavoro di scavo negli archivi documentali e di recupero della memoria dei fatti riportati. Il libro, che si compone di un doppio volume, intende inserirsi nella lunga corrente prima revisionista e poi alla fine rovescista per arginarne gli effetti più nefasti, l’opera cioè manipolatoria delle giovani generazioni, oggi quasi del tutto prive della consapevolezza di cosa fu realmente il fascismo e cosa sia in generale l’ideologia fascista.
Il riferimento fatto da Rossi in particolare, ma anche da Mezzacappa è stato al primo tentativo risalente agli anni ’90 di ristabilire in una luce positiva anche i combattenti della Repubblica Sociale Italiana, che Luciano Violante fece in occasione del suo insediamento come Presidente della Camera, da allora siamo arrivati addirittura al “Mussolini fece anche cose buone”.
Qui, Carmine Mezzacappa ha ribadito che questi tentativi hanno la volontà di confondere la guida ideale di quei valori assoluti che la nostra Costituzione ha reso pilastri della nostra società, quindi ha illustrato uno dei meriti del libro, che è quello di restituire ai lettori la crudezza e l’efferatezza degli atti compiuti dalle bande fasciste con un linguaggio aderente agli orrori verificatisi. I meriti di Rossi però sono tanti e importanti, da storico che ricostruisce la storia con la passione per la verità ci tiene a sottolineare che la ricostruzione non è mai puramente letteraria ma è sostanziata dai dati ricavati da numerosi documenti d’archivio, perché la provincia di Massa e Carrara, come ha più volte ribadito, non ha ancora avuto l’attenzione delle dovute ricerche storiche che merita, dato il ruolo di snodo fondamentale delle comunicazioni nord-centro-sud che ha svolto durante la guerra.
I documenti rinvenuti e portati per la prima volta all’attenzione pubblica danno ragione del titolo, e sono i nomi di quelle persone che la mai interrotta continuità tra il regime fascista e una parte delle istituzioni repubblicane ha coperto e sottratto alla legittima richiesta di giustizia da parte dei familiari delle vittime. “Giustizia negata” però è anche quella che l’autore ha indicato nel rifiuto dell’Italia alle richieste di estradizione dei criminali fascisti in un contesto politico estremamaente complesso e difficile come il dopoguerra, quando pareva indispensabile pacificare gli animi pure a costo di sacrificare la memoria. E oggi, ribadiscono tutti, in una situazione divenuta sempre più difficile per l’antifascismo, inteso come valore assoluto da difendere e rivitalizzare contro i suoi tanti nemici subdoli e non più tanto nascosti, bisogna fare proprie le parole di Ingrao, per cui l’indignazione non basta se non è sostenuta da una politica attiva il cui alimento è senza dubbio l’umano, da conoscere attraverso la memoria autentica e condivisa di ciò che è stato.
(Fabio Certosino)