25 Aprile 2024, giovedì
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Fivizzano

Associazione Terre dei Bianchi e Terre dei Bosi: “I Castelli della Lunigiana Storica diventino patrimonio Unesco”

L’Associazione Terre dei Bianchi e Terre dei Bosi, costituitasi lo scorso ottobre a Fivizzano, fa propria una proposta, fra gli altri, del suo dirigente Carlo Francini e si impegnerà a sensibilizzare tutti i soggetti interessati affinché i Castelli della Lunigiana Storica vengano inseriti tra i patrimoni dell’Unesco.

“Oggi con Lunigiana si identificano i 14 Comuni interni della provincia di Massa Carrara – affermano dall’associazione – ma, in riferimento al passato, la cosiddetta Lunigiana Storica è un territorio identificato con l’estensione della Diocesi di Luni e del Comitatus Lunense, i quali insistevano sulle attuali province di Massa Carrara, Spezia e propaggini delle confinanti province di Genova (Moneglia), Parma (Albareto e parte del territorio di Borgotaro) e Lucca (Alta Garfagnana sino a Camporgiano e parte della Versilia).

Questo unicum territoriale, ha attraversato secoli e millenni di storia condividendo via via quell’aspetto del megalitismo noto come delle statue-stele, le dominazioni romane, bizantine, longobarde, ed ancora le alterne vicissitudini dei secoli medievali e dell’evo moderno, mantenendo tratti comuni che sono rintracciabili nella sua cucina, nelle sue espressioni dialettali ed in altre manifestazioni proprie della sua etnografia e della sua cultura materiale e culturale.


Tuttavia, esiste una testimonianza univoca dell’appartenenza ad un unica radice culturale originaria i cui aspetti peculiari sicuramente sono da rintracciarsi nelle sue forme insediative espressione di una vera e propria “civiltà del castello”. Non solo Castelli intesi come torri e fortilizi difensivi legati all’immaginario relativo al Medioevo ma espressioni di radici più remote che affondano nella stessa preistoria e protostoria di questo territorio dai Liguri sino ai giorni nostri.

Consci dell’importanza della sfida pensiamo che sia necessaria una sorta di tappa intermedia con la creazione di un “Museo diffuso dei Castelli della Lunigiana Storica”. Un progetto questo già di per sé ambizioso che vedrebbe partecipare 3 regioni, 5 Provincie ed un numero elevatissimo di Comuni, dando origine, probabilmente, ad un unicum nel panorama culturale e museale italiano.

La complessità della sfida, oltre ad essere sicuramente latrice di risorse finanziarie, porterebbe a generare una visione globale della Lunigiana storica ed a creare quelle infrastrutture culturali e sociali che sono, da sempre, alla base della creazione delle infrastrutture fisiche e dello sviluppo dei territori.

Creare una solida struttura – conclude l’associazione – in cui andare a censire i siti, rilevarne lo stato, creare approfondimenti, rintracciare collegamenti, elaborare progetti di recupero, coordinare le attività di produzione dei contenuti culturali e di promozione, interfacciarsi con i molti proprietari privati è sicuramente il primo passo per la valorizzazione di un territorio così affascinante e misterioso nella sua integrità che non può pensare, in un modo globalizzato, di bastare a se stesso nel farsi conoscere al mondo frazionato com’è fra innumerevoli, per quanto legittime, sovrastrutture politico-sociali”.

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