Prosegue l’andamento ondivago ma tranquillo delle Borse europee. Lo zig-zag per Milano è fisiologico, soprattutto in un periodo contraddistinto da utili e dividendi che Piazza Affari ha superato indenne. Scarso il nervosismo sui tassi. Le recenti dichiarazioni di esponenti Bce sui tagli di giugno sembrano indicare la quasi sicurezza della prima sforbiciata, con la possibilità di proseguire su questa strada se l’inflazione si avvicinerà chiaramente all’obiettivo del 2%, pur con una politica monetaria che “deve rimanere in territorio restrittivo”.
Vale a dire: a giugno si taglia, a luglio non è escluso a priori. Bundesbank permettendo: l’istituto centrale tedesco sembra favorevole al primo taglio, ma abbastanza scettico su un bis a luglio. Naturalmente, le decisioni in materia saranno influenzate anche dalla scadenza elettorale dell’8 e 9 giugno. Anche Bank of England, sembra non taglierà. L’inflazione continua a scendere, mentre sui beni il trend è addirittura in deflazione. Ma evidentemente questi dati non sono sufficienti, anche perché resta alta l’inflazione nei servizi.
È molto probabile che l’istituto centrale inglese preferisca attendere le elezioni generali, che il premier Rishi Sunak (un po’ a sorpresa) ha fissato per il prossimo 4 luglio. Boe avrà così la possibilità e il tempo di osservare le mosse della Bce, cercando di valutare se uniformarsi. Resta ferma invece la Fed. Sfumato un taglio a giugno e forse uno a settembre, i mercati scommettono sulla sforbiciata di dicembre. Aumentano addirittura le voci di un rialzo dei tassi, un’ipotesi, però, molto improbabile vista la scadenza delle presidenziali americane.
È ancora in atto il braccio di ferro tra Margrethe Vestager e Lufthansa sulla fusione tra la compagnia di bandiera tedesca e Ita. La commissaria europea per la concorrenza ha ritenuto insufficiente la proposta del carrier, riguardo la cessione degli slot su Linate e il taglio dei voli fra l’Italia e l’America settentrionale. Un vero e proprio tiro alla fune, quello tra Lufthansa e la Commissione Europea, con il rischio che la corda si spezzi. Perché il gruppo tedesco ha fatto chiaramente capire che vuole portare a termine l’operazione, “ma non a tutti i costi”.
A guadagnarci da un clamoroso naufragio dell’acquisizione sarebbero le compagnie low cost, ma soprattutto Air France-Klm. La rigidità di Margrethe Vestager è stata infatti associata a una posizione filo-francese nell’ambito della lotta tra Parigi e Berlino per il controllo delle rotte. La decisione arriverà il 4 luglio, a meno di nuovi slittamenti. Continuiamo a pensare che, nonostante tutto, la fusione sia irreversibile: Lufthansa si è spinta troppo avanti per rinunciare e la Commissione Europea non può inimicarsi in modo così aperto la Germania, creando una crisi istituzionale di cui l’Europa proprio non ha bisogno. Ammesso e non concesso che le elezioni confermino l’attuale “governo” dell’Ue.