Nel pontremolese le prime vittime dopo l’8 settembre 1943 sono due giovani paracadutisti inglesi fucilati il 3 ottobre nei pressi del Passo della Cisa. Una lapide, posta nel 2004 ai margini della strada comunale della Vallingasca, che da Gravagna sale al valico, ricorda il loro sacrificio.
Il capitano Patrick Laurence Dudgeon e il soldato Bernard Oliver Brunt con altri undici paracadutisti appartenevano alla Operazione Speedwell, la missione per il sabotaggio delle linee ferroviarie tra la Spezia, Genova e il nord Italia.
Due aerei erano decollati dalle basi alleate in Tunisia il 7 settembre 1943, ma a causa della pessima visibilità e del vento forte la squadra con Dudgeon, Brunt e altri quattro venne lanciata nella zona tra Barbarasco di Tresana e Fornoli, lontano dalla destinazione prevista, che doveva essere pochi chilometri a sud ovest di Borgotaro.
Dopo essersi divisi in tre coppie, iniziarono a muoversi la sera dell’8 settembre, ignari che proprio in quelle ore in Italia si stava diffondendo la notizia della firma dell’Armistizio che cambiò lo scenario militare e rese ancora più difficile la missione. Il comando tedesco, infatti, istituì subito la legge marziale e il coprifuoco dalle 22 alle 5, rendendo complessi gli spostamenti nelle ore notturne, quelle scelte dall’Operazione Speewell per raggiungere gli obiettivi.
I sei paracadutisti avrebbero dovuto riunirsi di nuovo dopo una settimana, per poi tentare di ricongiungersi alle truppe alleate che stavano risalendo la Penisola. Tuttavia ci riusciranno solo due, Tom Wedderburn e Tanky Challenor: si erano presentati all’appuntamento e avevano atteso invano l’arrivo degli altri, aiutati da un abitante del luogo, Pietro Massimo Petriccioli. Lasciata la Lunigiana, Wedderburn venne catturato non lontano dall’Aquila e trascorse gli ultimi venti mesi di guerra in un campo di prigionia nell’attuale Repubblica Ceca; Challenor invece riuscì ad evitare la cattura e a raggiungere l’esercito inglese nell’Italia centrale.
Geordie Foster e James Shortall vennero invece catturati dai tedeschi nei pressi della Spezia il 20 settembre e fucilati a Ponzano Magra.
Dopo aver portato a termine la missione di sabotaggio, Dudgeon e Brunt si presentano all’appuntamento quando i due commilitoni sono partiti da qualche giorno; il Petriccioli li accoglie e racconta loro della permanenza dei compagni e della loro partenza. I due paracadutisti si fermano per sei giorni in attesa di Foster e Shortall, ignari che invece sono già stati uccisi.
Il 29 settembre partono ma si dirigono a nord, probabilmente per portare a termine una nuova missione progettata in quei giorni. La sera del giorno successivo, giunti vicino al Canale d’Angelo alla SS.ma Annunziata di Pontremoli, tendono un’imboscata ad un’auto con a bordo due soldati tedeschi, ne uccidono gli occupanti e si impadroniscono del mezzo sul quale, il giorno seguente, vengono fermati al posto di blocco tedesco al valico della Cisa.
Identificati e sottoposti ad un lungo interrogatorio, sono fucilati lungo la strada tra i prati circa 400 metri a sud est del Passo dove oggi si trova la lapide. Un soldato tedesco, testimone dell’evento, mantenendo la promessa che aveva fatto a Dudgeon, alla fine della guerra comunica al padre la notizia della morte del figlio.
L’uccisione dei due soldati della Wermacht all’Annunziata pone subito Pontremoli di fronte alla brutalità degli occupanti. I tedeschi, nell’intento di scoprire i responsabili del gesto, prelevano all’alba il Commissario prefettizio esigendo di avere da lui l’elenco degli antifascisti pontremolesi, ma non avendo ottenuto risposta, lo arrestano con altri 11 abitanti dell’Annunziata. Trasferiti al comando tedesco di Ponzano Magra, questi temono per la propria vita e seguono momenti drammatici anche per la città fino a quando non giunge la notizia che gli autori del gesto, i due soldati inglesi, sono stati arrestati alla Cisa.
Il tribunale di guerra, riunito a Ponzano, emise tuttavia una sentenza a carico dei pontremolesi accusando la cittadinanza di aver fornito aiuto ai due inglesi, trovati in possesso di cibo appena cucinato. Per questo al Comune di Pontremoli fu comminata una sanzione di trenta mila lire che l’Amministrazione pagò il 3 ottobre e gli ostaggi vennero liberati.
L’occupazione tedesca manifestò così da subito la drammaticità della sua presenza nel territorio che si sarebbe protratta ancora per quasi venti mesi.