Questa mattina il sindacalista italiano Adil Belakhdim è stato investito e ucciso da un camion mentre stava partecipando a un presidio di lavoratori davanti alla sede logistica di LIDL a Biandrate, in provincia di Novara.
Non è chiaro se l’autista del camion si sia accorto di aver investito l’uomo, ma dopo essersi allontanato dal magazzino è stato bloccato in autostrada dai carabinieri.
Adil Belakhdim aveva 37 anni, era il coordinatore dei SI Cobas di Novara e stava manifestando assieme a una ventina di addetti alla logistica del magazzino davanti ai cancelli dell’azienda. Secondo le testimonianze dei presenti di cui parla il quotidiano Repubblica, i lavoratori avrebbero avuto una discussione con l’autista del camion perché il presidio bloccava il passaggio dei mezzi. A quel punto, l’autista avrebbe forzato il blocco, travolgendo e trascinando per una decina di metri Belakhdim, uccidendolo. Al contempo avrebbe urtato anche altre due persone che sono state trasportate in ospedale in condizioni non gravi.
Il presidio a a Biandrate era stato organizzato per chiedere migliori condizioni di lavoro e il riconoscimento di livelli contrattuali superiori agli addetti del magazzino di LIDL, la maggior parte dei quali sono di origine straniera.
I sindacati hanno indetto due giorni di sciopero, mentre la situazione davanti ai magazzini dove è avvenuto l’omicidio rimane ancora piuttosto tesa.
Nelle ultime settimane i sindacati hanno organizzato presidi e proteste davanti a numerosi magazzini e centri logistici per protestare contro chiusure e cattive condizioni di lavoro, e spesso si sono generati scontri e tensioni: la settimana scorsa, nove persone erano rimaste ferite a seguito di uno scontro violento davanti ai cancelli di un’azienda di logistica in provincia di Lodi.
Quello che accade, racconta, purtroppo, il livello di tensione sociale che al momento è presente nel nostro paese. C’è bisogno di un intervento deciso per sostenere il lavoro, per difenderlo e renderlo sicuro. Non vogliamo vedere più manomissioni di macchinari che poi falciano un’operaia, non vogliamo vedere le manganellate che ci riportano a 100 anni fa, vogliamo l’intervento da parte dello Stato. Non vogliamo vedere più morti sui posti di lavoro.
Quella di Adil, oggi, ieri e domani è una morte inaccettabile.
Non si lasciano soli i lavoratori.