21 Novembre 2024, giovedì

Vedere tutto. Intervista a Tommaso Melilli, vincitore del Bancarella Cucina 2024

«Ho dieci minuti. Sono arrivate le oche. Tra poco devo andare a lavorarle, preparare il servizio». È Tommaso Melilli, da pochi giorni vincitore del Premio Bancarella Cucina 2024. «Beh, sono molto contento. È il mio primo premio ed è un premio importante per questo settore, pezzo di mondo. Non me l’aspettavo. Anche venire lì, a Pontremoli, in Lunigiana, è stato bello, non c’ero mai stato».

A vincere il suo Cucina aperta, pubblicato da 66thand2nd nel 2024, reincarnazione (dice Gabrielli) di un altro suo libro uscito in Francia (Spaghetti wars).

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«Il libro racconta quello che faccio tutti i giorni, le “battaglie”, le scene che si vivono. Diciamo che è la bella di un quaderno di lavoro condito di storie che riguardano le cose che si cucinano, le persone che le cucinano, le persone che le mangiano». Mentre lo ascolto sono infastidita, mi dà fastidio parlare di un libro che non ho letto, online in diversi l’han fatto e molto meglio. In pratica, comunque, dentro c’è molto di quello che gli chef non dicono. Quello che Tommaso, cuoco e scrittore da tempo, negli anni ha visto – e capito. Il titolo l’ha scelto lui, punto di partenza: il nostro desiderio (totale continuo) di vedere tutto. In questo caso con quello che si crea tra noi che vogliamo vedere e quello che – attenzione – le cucine (e i cuochi) vedono. In mezzo aneddoti, retroscena, punti di vista, interno. Più: sentenze, definitive, ogni tanto.

Tommaso Melilli (Cremona, 1990) oggi vive e lavora a Milano, dopo gli anni di Parigi, in cui (come si dice) ha mosso i primi passi e studiato. Dalle prime esperienze alla gestione del primo locale, nel mentre costruendo la sua identità di cuoco e iniziando a scriver-ne, in parallelo: «in vari modi – dice – parlo del mondo in cui vivo». Per esempio per il Venerdì di Repubblica e per L’integrale (Iperborea) che ha fondato. Il primo libro I conti con l’oste (Einaudi, 2020), il secondo questo. L’anno scorso ha aperto Gloria, a Milano. Quando l’altro giorno l’ho visto, vincitore del Premio, mi son ricordata che anch’io l’avevo letto. L’articolo, per Lucy, era C’è così tanto food che non c’è più niente da mangiare. Ci penso, gli chiedo: «Secondo te si torna indietro?». Sentenza, ogni tanto: «No».

Tra le recensioni, ad esempio: Rivista Studio.

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