Il presidente della Consulta provinciale, Tozzi, scrive alla ministra Stefani
C’è un disegno di legge in parlamento incagliato in commissione che potrebbe, una volta approvato, dare risposte a quelle persone che si prendono cura dei disabili, conosciute, con un termine inglese, come caregiver.
Il presidente della consulta provinciale delle persone con disabilità, Pier Angelo Tozzi, ha scritto in questi giorni alla Ministra delle disabilità, Erika Stefani, per sollecitare un interessamento sulla questione.
La missiva prende le mosse dalla vicenda di Giancarlo, l’anziano che aveva chiesto di poter rinunciare al vaccino a favore di una madre di un disabile, assurta alle cronache nazionali: ha finito con il portare “all’attenzione del dibattito pubblico nazionale la vera natura del problema al quale serve dare una civile soluzione”.
“Ci riferiamo –scrive Tozzi alla legiferazione di una norma nazionale per quanti prestano assistenza in modo continuativo e gratuito a persone con disabilità e non autosufficienti, un tema sul quale il nostro Paese è rimasto fanalino di coda in Europa.
La platea che attende il provvedimento è composta per lo più da familiari conviventi con il disabile: genitori, sorelle o fratelli, 80% è costituito da donne, tanti soggetti invisibili, che si caricano sulle spalle un compito dello Stato.
La loro è un’assistenza che li occupa fino a sopprimere progetti e ambizioni personali, la totale rinuncia ad una vita privata, un servizio che non conosce riposo o sostituzioni, una missione che si protrae per decenni senza alcuna forma previdenziale e assicurativa.
I moderni studi scientifici nazionali e internazionali ci confermano , in modo inconfutabile, come il caregiver per quanto svolge incorra fin dalla giovane età in gravi problemi di salute: stati depressivi, patologie artrosiche e ansiogene, sbalzi umorali non controllabili, un quadro clinico che induce all’isolamento ed accorcia la durata della vita.
I caregivers mediamente vivono dai 9 ai 17 anni in meno di una persona normale. Non è civile per un Paese come il nostro mantenere questo vuoto legislativo, per questo ci permettiamo di chiederLe di portare l’argomento all’attenzione del Premier e del Consiglio dei Ministri, di coordinare i lavori per arrivare entro la fine della legislatura alla promulgazione di una norma che farà bene al Paese.
Una Legge che di certo non soddisferà tutte le necessità dei quasi 8,5 milioni di caregivers esistenti oggi in Italia, così come molto probabilmente non troverà una unanime condivisione, ma di certo avrà dato dignità ad un popolo oggi invisibile e, avrà fornito una prima risposta alle situazioni più drammatiche.
Non è plausibile non legiferare adducendo, come è accaduto in questi anni, la mancanza di risorse, perché sanare in prima battuta la situazione di coloro che prestano assistenza prolungata a persone con disabilità complesse ed acute, un’assistenza che spesso inizia fin dalla nascita dell’assistito, non espone ad alcun dissesto finanziario.
Si tratta di un numero di destinatari ben identificabile ai quali serve garantire, per esempio, agevolazioni previdenziali ai fini pensionistici per chi lavora ( vedi un anno di contributi figurativi ogni tot anni di assistenza) od assicurativi per chi non ha un’occupazione. Un primo atto indispensabile per riconoscere un ruolo giuridico alla figura del caregiver e avere un testo base da poter, in seguito, emendare per incrementare la platea dei beneficiari.
Siamo convinti che l’iniziativa avrebbe nel Presidente della Repubblica un convinto sostenitore, come ci ha costantemente dimostrato di essere riguardo alla difesa dei diritti umani”.