In pochi giorni la situazione sui mercati finanziari si è rovesciata: si è verificato un forte recupero e i mercati stanno provando a rimbalzare.
Non è un caso, perché a un settembre negativo segue, di solito, una crescita in ottobre, mese tradizionalmente ricco di risultati.Per ora la rimonta è lontana, ma, intanto, si è arrestata la caduta.
Negli Usa sono attesi due nuovi rialzi dei tassi. Dato il costo dei mutui, in molti vendono la casa o rinunciano all’acquisto. Si stanno ampliando il numero di abitazioni in affitto e salgono i canoni. Tutto ciò, contemporaneamente, rende possibile una discesa dei prezzi immobiliari. Il contesto rischia di generare una bolla sul mercato immobiliare. Il continuo rialzo dei tassi e il rafforzamento del dollaro su gran parte delle valute, sta anche mettendo a rischio insolvenza i paesi emergenti, che finanziano il loro debito con il biglietto verde. In questi giorni, stanno recuperando terreno euro e sterlina, grazie al rimbalzo dei mercati britannici, in ripresa dopo la cancellazione del programma iperliberista di Kwasi Kwarteng,rivelatosi impraticabile. L’incognita ora è la tenuta dell’esecutivo. Due le alternative: un nuovo cambio al vertice o nuove elezioni, che vedrebbero favoriti i Laburisti, conil placet dei mercati.
Il caso inglese ha dimostrato l’impraticabilità, in questo momento storico, di qualsiasi piano di detassazione delle classi più abbienti. Rendendo di fatto impossibile al prossimo governo italiano l’introduzione della flat tax.
Nonostante il prezzo del metano ad Amsterdam sia sceso ai livelli di giugno, il tema energetico ha priorità assoluta. Come il problema delle pensioni, che costringerà il governo ad approvare una riforma in fretta e furia, per evitare il rischio di un ritorno, a fine anno, della legge Fornero.
Mentre Jerome Powell è alla presa con i tassi di interesse, Ben Bernanke, presidente della Fed ai tempi della grande crisi del 2008, ha avuto il Premio Nobel per l’Economia.
Il riconoscimento ha scatenato alcune polemiche riguardo la mancata vigilanza della Fed sul “bubbone” dei mutui subprime e sul fallimento di Lehman Brothers. In realtà Bernanke gestì bene la crisi del 2008 ed evitò il crollo del sistema finanziario americano senza che l’erario ci rimettesse un dollaro. Anzi, guadagnandoci. I salvataggi pubblici hanno un senso per l’economia e il tesoro di un paese, se condotti con raziocinio. Elemento che è mancato nel caso di Montepaschi alle prese con l’aumento di capitale. La Borsa non ha accolto bene i piani del gruppo senese, che venerdì scorso ha perso il 42,11%. Mps sta ricalcando il percorso di Saipem, con l’azzeramento del diritto d’opzione da parte degli azionisti. Non ci saranno, quindi, rischi per l’aumento di capitale. Ma a pagare il conto saranno i vecchi azionisti. Un gruppo numeroso, che comprende tutti i contribuenti italiani: il ministero dell’Economia e delle Finanze controlla infatti quasi il 70% della banca.
(di Carlo Vedani, amministratore delegato di Alicanto Capital)