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Sta per nascere un SOL in Lunigiana?

I rifiuti sono una risorsa e un business industriale.

Ritornello ricorrente all’incontro offerto dalla FILT CISL lo scorso 4 luglio, al Comune di Aulla, tra i propri rappresentanti, alcuni sindaci lunigianesi e il vertice della società Retiambiente Spa, nella figura del presidente Daniele Fortini. Si è parlato di SOL (Società Operativa Locale) Lunigiana, approvata dall’assemblea di Retiambiente nel 2020 e in attesa di poter partire ufficialmente, affidata ai 14 comuni lunigianesi. Retiambiente opera dal 2021 quale operatore unico nella gestione del ciclo dei rifiuti nell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) Toscana Costa a partecipazione interamente pubblica, i suoi soci sono infatti 100 comuni dell’area medesima.

Quasi tutti i sindaci presenti hanno esaltato la nuova SOL perché darebbe maggiore forza interlocutrice rispetto al resto dell’ ATO Costa e più spazio alle specificità del territorio. Inoltre, farebbe raggiungere l’obiettivo della riduzione delle tariffe, mancato negli ultimi 7 anni. Ora, come la sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi, ha osservato, manca ancora la definizione della governance e poi non è chiaro quale potrebbe essere il ruolo del privato. Il privato in una partecipata pubblica? Eh sì, dopo l’intervento del presidente Fortini che ha magnificato una volta di più l’occasione di guadagno offerta per esempio dalle biomasse o addirittura da un inceneritore, è intervenuta Silvia Costa, amministratore unico della società GCE srl, più nota semplicemente come Costa, ricordando agli amministratori presenti che conoscono le tariffe della società che amministra ma soprattutto la qualità del proprio servizio e dichiarando di conseguenza di contare su un eventuale coinvolgimento.

Ecco quindi che iniziamo a chiederci se abbia senso impiegare, sottraendoli ad altro, i 3 milioni di euro pubblici, finanziati o meno dal PNRR come affermato da Fortini, per la costruzione di 4 centri di raccolta, apparentemente già pure situati, in un territorio a demografia decrescente. Ci ricordiamo subito, poi, gli incontri del Gal e dell’Unione dei Comuni che offrivano ai cittadini l’immagine di un territorio forse un pò confusa, perché vocato a troppe cose contemporaneamente, al turismo, all’agroalimentare, all’assistenza. E ora anche all’industria della gestione dei rifiuti, dimenticandosi che la coperta resta una, per cui se la tiri da una parte, scopri l’altra. In conclusione, lanciamo per gioco una profezia: stai a vedere che la Cemenbit entrerà nel business di Retiambiente e che nella stessa area palleronese spunterà pure uno dei centri di raccolta…A questo punto lancio anche la mia proposta: una centrale nucleare, no?

Fabio Certosino

Redazione
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