In occasione del Giorno della Memoria – celebrato ogni anno il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto – il Comune di Sarzana inaugura una mostra dal forte impatto emotivo, dal titolo “Sauro Cavallini, l’opera di un internato”.
La mostra, ideata dal Centro Studi Cavallini, è curata dal Presidente del Centro Studi Teo Cavallini e organizzata a Sarzana dall’Associazione culturale Sixteen Art and More, con il sostegno del Comune di Sarzana.
In esposizione due opere realizzate in ferro che, attraverso la straordinaria forza del messaggio artistico, raccontano la tragedia vissuta da migliaia di persone nei campi italiani, luoghi di violenza e orrore che per molti sono stati una tappa intermedia prima della deportazione nei lager tedeschi.
L’inaugurazione è prevista il 27 Gennaio – Giorno della Memoria, alle ore 12, subito dopo la deposizione di un mazzo di fiori da parte del sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli alla targa sita in via 27 Gennaio (ore 11.30).
Fitto il calendario degli appuntamenti dedicati al Giorno della Memoria: nel pomeriggio infatti alle ore 16 ci sarà l’omaggio della prima cittadina al Monumento ai Deportati presso il cimitero cittadino con la deposizione di una corona, mentre alle ore 17, nella sala consiliare di palazzo civico, si terrà la conferenza organizzata dall’associazione InSarzana e patrocinata dal Comune dal titolo provocatorio “Ha ancora senso il giorno della memoria?” con l’onorevole Valdo Spini e il professor Egidio Banti.
Per la ricorrenza la facciata di Palazzo Roderio sarà illuminata con il colore blu.
Il giorno successivo, 28 gennaio, a partire dalle ore 10 al Teatro degli Impavidi incontro dedicato agli studenti delle scuole di I e II grado Poggi-Carducci e Parentucelli-Arzelà: il sindaco Cristina Ponzanelli dialoga e introduce Doriana Ferrato presidente ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) La Spezia.
Subito dopo andrà in scena lo spettacolo teatrale “Lettere su Legno” a cura di Officine TOK con Elisabetta Dini e Marco Fiorentini: uno spettacolo dal forte impatto e dal chiaro richiamo alla riflessione sulle atrocità della Storia recente. Grazie all’efficacia e all’immediatezza dell’arte teatrale ai ragazzi verrà offerta l’opportunità di elaborare una riflessione critica sugli eventi che hanno condotto alla formazione della nostra Repubblica. Il testo, scritto dalla stessa Elisabetta Dini, è un delicato racconto epistolare che narra la storia d’amore di Guido e Sara, due giovani ebrei nella Firenze degli anni ’30 le cui vite saranno travolte dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale: una storia d’amore la loro ma anche una storia nella storia dove sono inseriti tantissimi fatti realmente accaduti.
“Abbiamo voluto organizzare un fitto calendario per una giornata – sottolinea il sindaco Cristina Ponzanelli – che è un monito perenne contro ogni offesa alla dignità umana, che intendiamo promuovere nei confronti di ogni generazione e, in particolare, dei più giovani. La memoria della Shoah è essenziale affinché i ragazzi possano crescere sviluppando una coscienza critica. L’arte, attraverso la scultura e il teatro, racconta con straordinaria efficacia l’orrore dei campi di concentramento e più in generale la violenza dei totalitarismi e delle guerre e il male che producono. Vogliamo accompagnare in questo modo la riflessione di tutti i visitatori che dal Giorno della Memoria, al giorno successivo a Teatro e per le intere due settimane a seguire vorranno ammirare nella casa di tutti i sarzanesi i lavori di un grande artista italiano, Sauro Cavallini”.
Proprio il grande artista italiano fu testimone diretto dell’orrore vissuto nel campo di Gradaro a Mantova dove, nel settembre del 1943, all’età di soli 16 anni venne recluso dalla polizia fascista.
Attraverso le sue sculture Sauro Cavallini esprime l’angoscia e l’abominio di una sistematica e inumana campagna di persecuzione che la storia ha visto declinare verso lo sterminio lucidamente programmato di migliaia di vite.
“Prigioniero” e “Maternità” sono le due opere scelte dal curatore Teo Cavallini che saranno esposte nella sala consiliare di Palazzo Roderio, sculture in ferro realizzate nel 1962, di grande impatto emotivo che la cittadinanza potrà vedere per due settimane; furono realizzate allora con la tecnica della “goccia su goccia”, ovvero sciogliendo scarti metallici mediante fiaccola ossidrica fino a creare l’opera, e sono dedicate unicamente alla figura umana, dove l’angoscia, la sofferenza, il grido di aiuto, sono leggibili in modo inequivocabile.
Nell’atrio di palazzo civico, invece, sarà possibile osservare quattordici pannelli che rappresentano fotograficamente le altre opere dell’artista che, attraverso fotografie e documenti storici, illustrano i crimini nazifascisti commessi contro chi cercava di resistere e contro la popolazione civile, durante uno dei periodi più dolorosi della storia d’Italia.
“Due opere che testimoniano l’orrore vissuto da Sauro Cavallini a Gradaro e che abbiamo voluto esporre in una mostra che, non a caso, si inaugura il Giorno della Memoria – commenta l’assessore alla cultura Giorgio Borrini. Un messaggio senza tempo segnato dalla forza espressiva dell’arte, di qualcosa che non può e non deve mai più ripetersi”.
I mesi di prigionia segnarono profondamente la vita di Sauro Cavallini, nato alla Spezia ma trasferitosi fin da giovane a Firenze dove ha vissuto e sviluppato la sua arte, mantenendo comunque sempre un un forte legame con la sua regione d’origine, dove ha prodotto più opere ancora oggi protagoniste nelle diverse città della Liguria. Dagli anni ’70 in poi il Maestro ha realizzato sculture che sono espressione di forza e volume, dedicate alla danza, alla figura umana, alla pace e alla fratellanza, sviluppando forme più morbide e serene.