C’è un altro lunigianese tra gli otto finalisti di Orticolario ed è Marco Fosella, classe 1985. Il suo progetto, realizzato con Sara Lamon e Antonella Caramanica, è “Viaggio al centro della terra”, progetto che celebra il rinnovamento continuo della natura tra nascita, crescita, trasformazione.
Raccontaci di te.
«Ho frequentato il Liceo Scientifico di Villafranca e successivamente mi sono iscritto alla facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma. Ho un mio studio di architettura con sede a La Spezia e sono iscritto all’ordine degli Architetti di Massa Carrara. Durante gli anni ho ricevuto numerosi premi per concorsi e manifestazioni a cui ho partecipato. Il mio studio si occupa di design del paesaggio e architettura con una combinazione ben integrata di competenze diverse. Io personalmente, negli anni, mi sono occupato di varie tematiche, approfondendo in particolare ciò che concerne la progettazione architettonica e urbanistica: dopo la laurea ho avuto, in Italia e all’estero, diverse esperienze. Negli ultimi anni mi sono occupato molto di ristrutturazione».
Una passione di sempre?
«Sì, fin da bambino disegnavo molto a mano libera, raffigurando natura ed artificio, sognando da grande di poter progettare la mia casa. Crescendo ho compreso che tutto questo potevo trasformarlo nella mia professione di vita».
Come è nato il vostro team e come si integrano le diverse figure?
«Grazie alla passione comune per il paesaggio e ad un concorso internazionale ho incontrato le mie due colleghe, l’architetto Sara Lamon e la garden designer Antonella Caramanica, con cui lo scorso anno ho fondato il team di Verdintrecci. I nostri percorsi e le nostre differenti esperienze personali ci hanno permesso di creare un team multidisciplinare con una formazione che abbraccia architettura, urbanistica, paesaggio e design».
È la prima volta che partecipate ad Orticolario?
«Si. Io come architetto ho già partecipato ad altre manifestazioni internazionali di architettura del paesaggio: la più importante nel 2019, il Festival Internacional de Jardins di Ponte da Lima, in Portogallo, dove ho esposto come finalista con il progetto “Mirabilia”».
Puoi dirci di più dell’installazione e di quello che vorreste comunicare?
«Il progetto prende spunto dal viaggio all’interno del nostro pianeta intrapreso nel libro di Jules Verne: vorremmo far conoscere e riscoprire gli strati della terra, riproponendoli idealmente attraverso una spirale che simboleggia il ciclo incessante della vita. Con la nostra installazione vogliamo riflettere sul tema dell’inquinamento del suolo, problema diventato estremamente diffuso e che dovremmo affrontare sempre più frequentemente nel futuro».
Cosa ti aspetti dalla progettazione attuale e futura nel campo del verde?
«Noi condividiamo questo pianeta con la natura ed un corretto approccio dovrebbe valorizzarla senza inutili forzature, favorendo la biodiversità e rispettando le risorse naturali. Viviamo in una fase di cambiamento con fenomeni atmosferici spesso variabili e improvvisi: questo punto desta particolare attenzione e il presente richiede studi e approfondimenti per non farsi trovare impreparati. Queste conseguenze possono impattare portandoci ad un nuovo futuro, ad una riscoperta dei terreni agricoli, magari attraverso una nuova visione di paesaggio».
Orticolario, tra le più importanti manifestazioni dedicate al giardinaggio e al garden design, è in programma a Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como, dal 3 al 6 ottobre. Il vincitore di Spazi Creativi riceverà il premio “La Foglia d’Oro del Lago di Como”, oltre ad un’ampia riconoscibilità data da un evento che quest’anno vede tra i protagonisti Michele De Lucchi / ADML Circle.