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Il conflitto Russia-Ucraina blocca l’export di alcune imprese locali

Riceviamo e pubblichiamo da parte di Camera di Commercio MS:

Osservando, in termini percentuali, l’incidenza delle esportazioni delle imprese di Massa-Carrara verso Russia, Ucraina, Polonia e Paesi Baltici, si potrebbe essere tentati a considerare marginalmente le conseguenze che gli attuali eventi bellici potrebbero avere sulle dinamiche commerciali territoriali. 

La realtà è comunque diversa, difatti, pur non esaminando ancora gli effetti indiretti derivanti dal conflitto in atto, è evidente che le relazioni commerciali, che assommano in ogni modo ad alcuni milioni di euro, avranno ripercussioni notevoli sulle aziende che intrattengono reali e/o occasionali relazioni commerciali con quei territori.

In specifico mettiamo in evidenza che, solo nei primi nove mesi dell’anno 2021, ben 8 milioni di euro di merci sono state vendute nel mercato della Russia da parte di aziende locali, e l’anno precedente, il 2020, tale valore era il doppio con circa 16,5 milioni. La quota maggiore è riferibile alle Pietre tagliate, modellate e finite, in particolare marmo lavorato, 3,6 milioni di euro, in linea con le tendenze dell’anno precedente. Seguono con 2,8 milioni di euro le Altre apparecchiature elettriche, addirittura in crescita rispetto ai valori dello steso periodo dell’anno 2020. Valori interessanti anche per le  Macchine di impiego generale e le Altre macchine di impiego generale, circa 400 mila euro. Sempre nella meccanica troviamo esportazioni anche di Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili e di Altre macchine per impieghi speciali.

Non dimentichiamo con circa 400 mila euro anche i Prodotti chimici e con 117 mila gli Articoli in gomma, oltre aMaterie plastiche.

Pur con valori minori sono comunque molti i settori produttivi locali che esportano verso la Russia: nel settore lapideo troviamo anche il Marmo grezzo (158 mila euro) ed i Prodotti abrasivi ( 72mila euro).

Nella meccanica troviamo pure l’export di Altri prodotti in metallo (34mila euro), gli Strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione, orologi (65mila euro) e anche i Motori, generatori e trasformatori elettrici, apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell’elettricità (16mila euro).

Valori irrisori, ma esistenti, anche per le vendite di Mobili ( 12mila euro) e Giochi e giocattoli (2mila euro).

In sostanza, se l’impatto sull’economia complessiva potrebbe non essere rilevante, pur tuttavia per alcune imprese il blocco del mercato della Russia potrebbe causare difficoltà.
Le importazioni dalla Russia risultano invece di minor entità, nei primi nove mesi del 2021 sono arrivate merci per circa 2 milioni di euro. Per 1,1 milioni si tratta di Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio.
Meno rilevanti le relazioni con l’Ucraina, da parte delle aziende apuane, difatti osserviamo circa1,4 milioni di esportazioni nei primi nove mesi del 2021, con 353mila euro alla voce importazioni. I prodotti maggiormente venduti sono stati, con circa 740mila euro, Pietre tagliate, modellate e finite, marmo lavorato, seguite con 285mila euro dagli altri Prodotti chimici e 188mila per Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili.
Valori invece decisamente di lieve entità se vengono prese in considerazioni le esportazioni verso i Paesi Baltici, in specifico rileviamo 976mila euro verso l’Estonia, 404mila Lituania, e 55mila Lettonia.
Dobbiamo però considerare che un altro partner economico con valori similari a quelli esportati verso il mercato russo è la Polonia, la quale riceve dalle nostre aziende circa 8,2 milioni di prodotti (la voce merceologica più importante con 2,2 milioni di euro è Pasta-carta, carta e cartone), risultando anche, in quell’area, il principale mercato di riferimento per le importazioni locali, circa 3,2 milioni di euro.
Il Commissario della Camera di Commercio , Dino Sodini, precisa: “Valutiamo con molta preoccupazione gli avvenimenti bellici in corso tra Russia e Ucraina, molte aziende hanno relazioni con quei territori ed in particolare il mercato russo ha da sempre rapporti commerciali con realtà produttive del nostro territorio. Da non sottovalutare anche gli effetti indiretti sulle forniture di gas che, per il Paese Italia, nel 45% del totale provengono dalla Russia, e l’innalzamento dei prezzi potrebbe ricadere sulle famiglie e sulle imprese”.
Aggiunge, il Presidente ISR, Vincenzo Tongiani,: “Molte imprese locali non sono ancora uscite dalla crisi pandemica che un’altra crisi si palesa davanti a noi e per alcuni settori chiave del nostro sistema locale potrebbe essere fatale. L’anno in corso doveva confermare la fase di ripresa evidenziata a consuntivo 2021, ma queste tensioni belliche rischiano di minare la ripartenza, anche in un settore come quello turistico che si sta preparando alla nuova stagione”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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