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I numeri delle USCA in Lunigiana

Dal 6 aprile dello scorso anno, quando la Regione Toscana le istituì ufficialmente, anche in Lunigiana operano le USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Sono state e continuano ad essere uno strumento basilare per il contenimento del Covid-19, poiché consentono di intervenire direttamente a domicilio, 12 ore al giorno e 7 giorni su 7. A testimoniare la loro utilità sul campo ci sono i numeri: 33mila e 232 visite nelle RSA, 863 a domicilio e 549 negli alberghi sanitari, il tutto a fronte di 5mila e 404 tamponi effettuati.

Uno staff di 15 medici e 17 infermieri, coordinati dal direttore della Società della Salute della Lunigiana, Amedeo Baldi, i quali si sono avvicendati nel loro ruolo al servizio delle persone più esposte al virus, in particolare gli anziani, utilizzando i più moderni dispositivi medici.

“A partire dalla strumentazione per la emogasanalisi, che, nello specifico, permette di analizzare sul campo – precisa Baldi – il campione di sangue appena prelevato attraverso un computer portatile e un lettore di card. La precisione e l’accuratezza dei parametri ottenuti con questa strumentazione permettono di rilevare situazioni potenzialmente critiche e agire prontamente, garantendo un importante vantaggio rispetto all’utilizzo della normale strumentazione in dotazione quale pulsossimetro e fonendoscopio”.

A disposizione delle USCA ci sono anche 10 kit per la telemedicina, forniti dall’ingegner Fanucci dell’Università di Pisa, il quale collabora con la SdS Lunigiana per sviluppare sul territorio la telemedicina. Da sottolineare, poi, che l’assistenza infermieristica delle USCA si prende cura al proprio domicilio delle persone affette da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, supportando i medici nell’esecuzione di elettrocardiogramma ed ecografie polmonari.

“Una collaborazione che ha permesso di rispondere ai bisogni della popolazione degli utenti affetti da Covid-19 costretti a domicilio, spesso anche in condizione di estrema solitudine” aggiunge il direttore della SdS Lunigiana, il quale evidenzia che “nella valutazione del paziente affetto da Covid-19, spesso gli strumenti di diagnostica tradizionale risultano inefficaci”.

La tecnologia ci può venire in soccorso?

“Certo, e un grosso aiuto in tal senso – rimarca Baldi – è venuto dall’ecografia toracica: infatti, grazie agli ecografi portatili le USCA sono state in grado di diagnosticare precocemente i casi di polmonite interstiziale ed evitare così il ricovero del paziente. Nel corso dell’attività la strumentazione si è, quindi, arricchita di emogasanalizzatori e di elettrocardiografi portatili, con i quali è stato possibile approfondire la valutazione anche dei pazienti più compromessi. Da più di un mese, inoltre, le USCA si avvalgono di kit di strumentazione bluetooth, che viene lasciata a casa del paziente e permette di rilevarne costantemente i parametri vitali: i dati raccolti vengono processati su un applicativo web gestito dall’Università di Pisa, in grado di evidenziare situazioni di allarme” chiosa il direttore della SdS Lunigiana.

Ecco i nomi dei medici al lavoro nelle USCA: Lorenzo Giorgini, Alessandro Bicchi, Simone Donati, Valerio Valente, Claudio Gasperi, Amanda Bianchi, Mattia Vasoli, Franco Fontana, Simone Ravera, Giacomo Arrighi, Sara Torri, Gualtiero Bencini, Andrea Rossi, Fabio Dolfi e Galadriel Alonso.

Questi, invece, gli infermieri: Karina Carpanesi, Monia Paolini, Michele Galassi, Francesca Pani, Letizia Carlotti, Sara Mettifogo, Giuliana Bertoli, Laura Grillo, Simona Lombardi, Sabrina Viglianesi, Francesco Bongi, Laura Micheli, Rita Bianchi, Lorena Speranza, Lara Fontana, Lucia Mori e Ilaria Bertazzolo.

Questi ultimi sono coordinati da Antonella Nobili (PO infermieri USCA) e da Anna Fornari (dirigente infermieristico), mentre a seguire le RSA con casi di Covid-19 è la specialista geriatra Carolina Mobilia e a coordinare l’Agenzia di Continuità Ospedale Territorio (ACOT), in sinergia con le USCA, è il medico di comunità Chiara Lorenzini.

“A tutti loro va il mio più sincero ringraziamento per il lavoro infaticabile sul territorio e per la professionalità e l’umanità dimostrate nei confronti delle persone assistite, soprattutto anziani in condizioni di fragilità” conclude Baldi.

Infine, è doveroso rendere merito ad un altro bel gesto di solidarietà nei confronti della Società della Salute della Lunigiana. Infatti, il Rotary Club Lunigiana e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, con il supporto di una cinquantina di associazioni coordinate dall’associazione “Cio nel cuore”, hanno effettuato una nuova e importante donazione alla SdS Lunigiana, come era accaduto nella primavera dello scorso anno durante la prima ondata di contagi da Covid-19. La donazione comprende un ecografo polmonare, un elettrocardiografo, due defibrillatori, tre saturimetri e numerosi dispositivi di protezione individuale, che vanno ad integrare le strumentazioni all’avanguardia messe a disposizione dall’ASL Toscana Nord Ovest.

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