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Carrara: ventitreenne arrestato per spaccio vicino un circolo ricreativo del centro città

I carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Carrara alcuni giorni fa sono tornati a puntare i riflettori nei dintorni di un circolo ricreativo che si trova nel centro storico di Carrara, dove a febbraio di quest’anno avevano messo le manette ai polsi ad richiedente asilo di 29 anni originario del Marocco per reati legati allo spaccio.
I militari dell’Arma erano convinti che il blitz di qualche mese fa non fosse servito a fare piazza pulita sullo spaccio di droga in quella zona della città, perciò si sono ripresentati nello stesso luogo, dove davanti ai loro occhi si è ripetuto un identico copione, con un insolito via vai di personaggi decisamente sospetti, fra cui un giovane marocchino già coinvolto in altre vicende legate agli stupefacenti.
Durante l’appostamento, i carabinieri in borghese hanno visto arrivare uno sconosciuto che si è rivolto al giovane con atteggiamento confidenziale. In pochi istanti è avvenuto lo scambio di droga con il giovane che ha intascato 40 euro, mentre l’acquirente è subito andato via con una dose di circa mezzo grammo di cocaina stretta nel pugno. A quel punto, i militar che si erano divisi in due squadre per cinturare la zona, sono usciti allo scoperto. Una volta fermato l’acquirente e recuperata la cocaina che aveva appena comprato, i carabinieri hanno bloccato anche lo spacciatore.
A casa sua è poi stata trovava un’altra dose di droga nonché il materiale per il confezionamento. Portato in caserma per i rilievi delle impronte e il foto-segnalamento, i carabinieri hanno scoperto che l’arrestato è un ventitreenne cugino dello spacciatore arrestato a febbraio nello stesso identico posto. Anche lui, quindi, è finito in manette con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre il consumatore è stato segnalato al Prefetto per detenzione di droga per uso personale. Processato per direttissima, il giovane ha patteggiato davanti al giudice Valentina Prudente del Tribunale di Massa una pena a 6 mesi di reclusione e 2000 euro di multa.

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