La Polizia di Sato, nel corso di una delicata e complessa attività d’indagine, denominata “GPS” – Global Persecution System” ha denunciato per atti persecutori continuati e tratto in arresto due cittadini, un soggetto italiano originario di Como , di quaranta anni ed un cittadino brasiliano di origini sudamericane, domiciliato a Milano, irregolare sul territorio nazionale. Un terzo cittadino, anch’egli colpito da ordine di arresto, si è reso latitante.
L’attività investigativa, condotta dalla Squadra Mobile della Questura apuana, muove le mosse dopo le denunce di un giovane imprenditore massese che si era rivolto alla Polizia per chiedere aiuto poiché perseguitato da oltre tre anni, da ignoti, in una continua escalation di azioni. Dalla diffamazione a mezzo “social”, a danneggiamenti a moto ed auto, gli ignoti sono arrivati ad introdursi, di notte, nel giardino della sua abitazione per applicare sistemi gps ( Golbal Positioning System) sotto le autovetture in uso, così da seguirlo e spiare ogni suo movimento.
La Squadra Mobile ha compreso immediatamente la gravità della situazione e ha dato il via all’indagine a 360 gradi che ha consentito di focalizzare l’attenzione sull’imprenditore comasco, rivelando la vera e propria ossessione che aveva maturato per la fine della collaborazione professionale con il giovane massese.
Il lavoro degli agenti, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Rossella Soffio, è stato minuzioso: due mesi serrati di attività investigativa, condotta anche con le intercettazioni, hanno rivelato che lo stalker non esitava a rivolgersi persino al mondo “dell’occultismo”, incaricando, incessantemente, numerose maghe, cartomanti, sensitive per avere “veggenze” e cercare di provocare la rottura dei nuovi rapporti di lavoro della vittima , con l’intento di indurlo a non sciogliere la loro società.
L’arrestato, che gode di rispettabilità e frequenta anche ambienti Vip e di personaggi dello spettacolo dove è molto conosciuto e viene spesso ritratto nelle copertine di rotocalchi di “gossip” anche nelle feste in Versilia dove era di casa, era talmente ossessionato che non esitava ad utilizzare tutte le sue conoscenze per avere sempre notizie sui movimenti della sua vittima.
L’ossessione maturata nei confronti del giovane imprenditore massese era arrivata ad un punto di notevole pericolosità: una vera e propria persecuzione attuata nei confronti della vittima, volta a monitorarne continuamente abitudini e frequentazioni, collocando una decina di strumenti di rilevazione satellitare gps sotto autovetture personali ed aziendali in suo uso e cercando di collocarli anche sotto autovetture di famigliari o nuovi soci. Più volte , di notte , i due brasiliani, pagati dall’imprenditore per compiere detti reati, erano stati fatti giungere appositamente da Milano, per introdursi nel giardino dell’abitazione della vittima, al fine di applicare i gps e per pedinarlo. Per indurlo a prendere le auto monitorate avevano anche versato zucchero nel serbatoio di carburante della moto , per danneggiarla ed indurlo a prendere l’auto dove erano stati montati i gps.
Nella casa in Versilia, in uso all’indagato, nel corso della perquisizione, sono stati reperiti ulteriori preoccupanti elementi circa una possibile escalation degli atti persecutori: si era infatti procurato taser non di libera vendita, spray urticanti, manette, occhiali con telecamere.
Al termine delle attività d’indagine, una volta acquisiti gli elementi di prova ed identificati colore che erano sodali con lo stalker, il personale della Squadra Mobile di Massa si è è recato a Como e a Milano, dove ha proceduto a dare esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari disposta dal GIP di Massa.
L’imprenditore ne sta fruendo presso la sua residenza e gli è stato applicato anche lo strumento per il controllo elettronico. Il Riesame ha rigettato l’istanza del difensore per la revoca della misura o l’applicazione di una meno afflittiva, confermando in pieno le misure disposto dal GIP di Massa, in considerazione della accuratezza degli elementi probatori raccolti e della serietà delle condotte poste in essere dall’indagato nell’arco dei tre anni, accuratamente ricostruite dagli investigatori apuani.