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Zeri, il sindaco Petacchi scrive a Poste Italiane: "Riaprire l'Ufficio Postale di Coloretta per tutta la settimana"

Il sindaco di Zeri Cristian Petacchi scrive una lettera a Paolo Pinzani, responsabile delle Relazioni Istituzionali Territoriali di Poste italiane e per conoscenza al Prefetto di Massa Paolo D’Attilio e al presidente della regione Toscana Enrico Rossi per una richiesta urgente di intervento per i disservizi dovuto la riduzione dell’orario di apertura dell’unico Ufficio Postale del comune in seguito al lockdown. Petacchi è allarmato per le code di circa 3 ore e i gravi disagi dei cittadini che si ripercuotono sull’unico dipendente presente.
“In qualità di sindaco del comune di Zeri, in provincia di Massa Carrara, segnalo quanto segue – scrive Petacchi – Nonostante il territorio comunale del mio ente sia particolarmente vasto e la popolazione residente prevalentemente anziana, da alcuni anni è operativo nel nostro comune solamente un ufficio postale, in località Coloretta di Zeri, costituito da un unico sportello a cui è preposto un unico addetto.
Il servizio prestato, già di per sé non soddisfacente, negli ultimi mesi è ulteriormente peggiorato a seguito della assunzione delle misure di contenimento del contagio da Covid – 19 decise da codesta società (Poste Italiane n.d.r.), che ha disposto la riduzione della presenza dell’addetto a giorni alterni. Questa decisione, comprensibile ancorchè non condivisibile in fase di restrizioni della circolazione individuale, ha provocato da subito un enorme disagio all’utenza, divenuto insostenibile e assolutamente intollerabile nelle ultime settimane, al termine del lockdown. Ho potuto sperimentale personalmente non soltanto la lunghezza infinita dell’attesa in coda (persino superiore alle 3 ore) ma anche il fatto che detta circostanza genera ciò che la prevenzione al contagio dovrebbe assolutamente scongiurare, ovvero assembramenti ed affollamenti all’ingresso dell’Ufficio Postale, a cui si aggiunge un clima rabbioso nei confronti, ovviamente, dell’unico addetto presente, ma anche delle autorità locali, ritenute falsamente responsabili dall’utenza di una colpevole inerzia nei confronti della Direzione di Poste Italiane.
In questi giorni di scadenza del pagamento dell’Imu e di pagamento delle bollette e delle pensioni, a cui si è aggiunta una frequente presenza di investitori preoccupati dall’andamento dei titoli posseduti, sono stati moltissimi i residenti che, esasperati, sono stati costretti a recarsi presso l’Ufficio Postale di Pontremoli, distante circa 25 chilometri da percorrere su di un tracciato montano e disagevole, essendo il comune di Zeri l’ente locale più periferico dell’intera Toscana.
Ho ovviamente già rappresentato la gravità della situazione alla Direzione territoriale, che, dopo aver rassicurato in merito alle risolutive iniziative che sarebbero state intraprese, ha poi vanificato le speranze che aveva alimentato con le proprie rassicurazioni.
Non conosco quali siano gli obiettivi regionali o addirittura nazionali di Poste Italiane, ma la decisione assunta all’inizio del lockdown, ed ormai non più giustificata né giustificabile, non soltanto sta causando moltissimi disservizi all’utenza, costretta per mancanza di alternative a sopportare disagi infiniti, aggravati dall’età media dell’utenza stessa, ma soprattutto è fonte di grave pericolo poichè rischia di divenire causa di un aumento del contagio, stante la presenza costante di assembramenti intollerabili ma anche inevitabili all’entrata dell’ufficio postale.
In considerazione di quanto sopra, ritengo che sia indispensabile ed improcrastinabile ripristinare con ogni urgenza la riapertura dell’ufficio postale di Coloretta di Zeri per tutta la settimana, dal lunedì al sabato.
La presente viene inviata per conoscenza anche a S.E. il Prefetto della Provincia di Massa Carrara, dott. Paolo D’Attilio , e al Presidente della Regione Toscana, dott. Enrico Rossi, con la speranza che possano fare quanto in loro potere per eliminare un incomprensibile, inopportuno ed ingiustificato disservizio che codesta Società sta ormai da troppo tempo procurando alla mia cittadinanza e al mio territorio.
Resto in attesa – conclude Petacchi – di conoscere gli intendimenti che senza indugio vorrete assumere”.

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