Record assoluto per il Dow Jones, mentre il Nasdaq ha raggiunto il livello migliore degli ultimi sei anni. Anche se ad avere frantumato i record sono praticamente sette società (su 500 quotate) che capitalizzano il 30% dell’intero indice S&P, trainate anche dal boom (una bolla?) dell’intelligenza artificiale. Per le restanti 493 imprese, i rialzi si riducono al 2%.
I mercati americano ed europeo (meno brillante e con andamento “misto”) attendono i dati di metà anno, per capire l’andamento del ciclo economico. E’ consigliabile una strategia di mantenimento, senza lasciarsi prendere la mano dagli acquisti, cercando di captare gli eventuali primi segnali di un possibile storno. Le avvisaglie ci sono tutte. I timori di una nuova crisi economica sono molto alti, ma le banche centrali si apprestano a un altro rialzo dei tassi che negli Usa potrebbero arrivare al 6 o 7%, rendendo inevitabile una recessione. Anche la Bce quasi sicuramente procederà a un nuovo ritocco di 0,25%. L’intervento potrebbe essere l’ultimo. Lo deciderà l’ennesimo confronto fra “falchi”, concentrati sulla lotta al vortice inflattivo, e “colombe” più preoccupati di limitare i rischi di recessione che incombono sull’economia europea.
Tra questi c’è Ignazio Visco. In un’intervista ha detto che “l’inflazione scenderà ancora grazie agli effetti della riduzione del prezzo dell’energia”, che il calo “sarà più veloce del previsto”, anche se l’inflazione core “si sta mostrando ancora ostinata”.
Secondo il governatore di Banca d’Italia l’obiettivo del 2% “potrebbe essere raggiunto anche prima della fine del 2025″ ma, ha concluso, “non penso che abbiamo bisogno di una recessione. Possiamo disinflazionare l’economia senza doverci per forza arrivare.”
A Bruxelles, dopo uno scontro senza precedenti, il Parlamento europeo ha votato la controversa Legge sul ripristino della natura. La norma prevede, entro il 2030, di reintrodurre non meno del 20% degli habitat perduti o minacciati. Questo, secondo i sostenitori della misura, contribuirebbe alla lotta contro i cambiamenti climatici, invertendo il trend che sta portando il pianeta alla perdita di biodiversità. La posizione è stata contrastata da chi ritiene che questi obiettivi debbano essere raggiunti in maniera graduale e senza minacciare le attività economiche.
Si teme che la legge possa dare il via libera a situazioni estreme, favorendo tagli abnormi a produzioni agricole e casearie, causando proteste popolari e provocando perdite alle aziende.
Oltre a fenomeni paradossali: i paesi europei per sopperire alla carenza di raccolto e produzione dovrebbero importare da paesi che non soggiacciono a misure di questo tipo, né agli scrupolosi controlli igienici comunitari, con il risultato di un peggioramento della qualità del cibo, danni alle nostre economie e una pericolosa perdita di autosufficienza dell’Europa. Come già avviene per altri comparti produttivi.