Un pomeriggio per fare il punto sulla situazione della salute dei castagni in Lunigiana a cui hanno presenziato i sindaci del territorio assieme all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi.
L’incontro, voluto dall’Unione dei Comuni ha visto anche la presenza di operatori nel settore della produzione dei derivati del castagno e apicoltori.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente Roberto Valettini ha preso la parola Remaschi: “Siamo stati sollecitati in primavera a ragionare ancora sul problema dei castagni, dopo aver osservato situazioni preoccupanti per quello che riguarda l’attività del cinipide. Preoccupazioni legittime a cui abbiamo risposto aprendo il tavolo della castanicoltura facendo un primo incontro a giugno e successivamente a luglio, dando vita ad un’attività che sta monitorando l’evolversi della situazione”.
“Prima di intervenire abbiamo il compito di avvalerci delle indicazioni del mondo scientifico, e lo abbiamo fatto mobilitando il CREA (tavolo tecnico regionale sul castagno) – ha proseguito Remaschi -, sottoponendo anche l’emergenza nata dal marciume della castagna (causato da un fungo di nome Gnomoniopsis le cui spore infettano i fiori femminili) in alcune zone della regione, legato ai cambiamenti climatici e alle condizioni meteorologiche”.
Remaschi ha ricordato l’importanza che rappresentano le coltivazioni di castagne per la Toscana, ma anche la difficoltà delle imprese di far crescere attività e il conseguente abbandono di diverse aree magari coltivate a livello hobbistico o personale. L’incontro del pomeriggio di ieri è servito proprio per avere un collegamento stretto tra la regione, le istituzioni locali, il mondo scientifico e i produttori.
Nicola Musetti, ispettore fitosanitario della Toscana, ha ribadito l’interesse da parte della regione per il problema dei castagni. “Una volta ricevute le segnalazioni – ha detto Musetti -, ci siamo subito messi in contatto con l’Unione dei Comuni per avere informazioni dal territorio. Abbiamo inviato una scheda su cui riportare i dati e ci sono stati inviati campioni provenienti dai comuni di Tresana, Podenzana e Licciana Nardi. Il CREA ha poi fornito i primi risultati: intorno a zone infestate dalla presenza del cinipide ci sono zone molto meno colpite e fortunatamente non ci sono sono diffusioni estese, ma una sorta di estensione a macchia di leopardo”.
L’estate molto piovosa del 2014 ha proibito al cinipide di volare e deporre uova, nel 2015 è stata ridotta la presenza del parassita antagonista Torymus.
“Per quanto riguarda la prossima annata – ha chiarito Musetti -, non dovrebbe esserci un livello di infestazione preoccupante, nuovi lanci di Torymus non sarebbero utili, dovremo avere livelli contenuti, anche grazie a parassiti indigeni”.
In conclusione l’assessore Remaschi si è detto disponibile a ricevere ulteriori campioni da inviare al CREA “che farà le valutazioni per tutti i comuni interessati”. “Fare un campionamento sistematico – ha ribadito l’assessore -, sarà importante per aggiornare la cartina con tutti i fenomeni più rilevanti”.
L’appuntamento è ora per il mese di settembre dove si tornerà a parlare dei castagni ma anche della presenza di cinghiali che stanno colpendo, con la loro presenza, diversi terreni all’interno dei comuni dell’Unione.