“L’emergenza non cancella i rapporti con i sindacati, la condivisione dei dati sulla sicurezza e la salute dei lavoratori e neppure sulle strategie che si vogliono mettere in atto per contrastare la diffusione del Covid19. La direzione dell’azienda sanitaria Usl Toscana nord ovest deve farsene una ragione: chiedere silenzio e omertà da parte dei propri dipendenti non migliorerà la situazione. Non si possono creare reparti dedicati al virus dal nulla, ormai spuntano come funghi senza aver dato alcuna informazione alle organizzazioni sindacali e, di riflesso, ai dipendenti stessi che in quei locali dovranno poi andare a lavorare. Tolte alcune eccezioni, questi sono dilettanti allo sbaraglio. Mentre in altre Asl sono già state fatte anche 10 videoconferenze qui siamo ancora a zero”.
Il segretario della Uil Fpl Massa Carrara, Claudio Salvadori, denuncia ancora una volta la gestione autoritaria e priva di concertazione messa in campo nella fase di emergenza dalla dirigenza sanitaria: un sistema che sta creando caos e tanti problemi agli stessi lavoratori, con i sindacati ormai ridotti a ‘spettatori’ delle decisioni annunciate sui social o sui media: “Come sta accadendo al Monoblocco: ormai sappiamo dalle conferenze stampa le intenzioni della direttrice Asl, Maria Letizia Casani. Qui sarebbero pronti 16 nuovi posti Covid19 fra ex pronto soccorso e sala di attesa di oculistica. Lo avevano già fatto alla Don Gnocchi e avevamo diffidato l’azienda dal continuare su questa strada. Evidentemente non è bastato – incalza Salvadori – e a questo punto ci troviamo costretti a rivolgerci ai nostri legali per bloccare questa pratica prima che diventi prassi consolidata”. Salvadori riporta alla memoria della dirigenza quello che dice la legge: “Fornire corrette e complete informazioni alle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, costituisce un preciso dovere del datore di lavoro. Abbiamo saputo dai media di questi nuovi reparti dove saranno impiegati i dipendenti: e i lavoratori a che titolo saranno chiamati? Adesioni su base volontaria? Da quel che sappiamo agli operatori socio sanitari non è stato detto nulla. E non è accettabile non aver ricevuto i documenti sui relativi protocolli operativi e le procedure definite ed in corso di definizione per la compilazione dei piani di intervento. Perché è tramite quegli atti che noi, referenti dei lavoratori, possiamo dare una mano a valutare l’adeguatezza delle misure per la prevenzione dei rischi, della sicurezza dei lavoratori e degli ambienti nei quali gli stessi sono chiamati ad operare. Comprese le dotazioni di protezione individuale e i criteri di relativa assegnazione in riferimento al grado di rischio al quale il lavoratore si trova esposto. Devono essere svolti e resi noti i risultati dei test diagnostici per la rilevazione del contagio da coronavirus”. Salvadori chiede quindi all’Usl Toscana nord ovest un incontro a breve termine “per valutare alla luce di questa nuova organizzazione, i percorsi lavorativi e le specifiche prestazioni di tutti i profili professionali”.