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UIL: “Aumenta il mobbing durante la pandemia nella Azienda USL Toscana Nord Ovest”

“C’è un dato su tutti che dimostra i livelli di stress a cui è sottoposto il personale medico e sanitario dell’Usl Toscana Nord Ovest: in questi due anni di pandemia sono aumentati i dipendenti che si sono rivolti al nostro sportello contro straining e mobbing sul posto di lavoro. Vessazioni, umiliazioni, carichi di lavoro fuori controllo e demansionamenti sono all’ordine del giorno. Decine di lavoratori ci hanno chiesto aiuto, 36 solo nel 2021, una possibilità di ottenere giustizia per le condizioni in cui sono costretti a operare ma di fronte ai tempi lunghissimi di una pratica giuridica in tribunale oggi preferiscono chiedere un trasferimento. Trasferimento che significa una grande perdita di professionalità per la sanità locale e determina criticità su criticità solo perché l’azienda non pensa al benessere dei lavoratori come invece dovrebbe fare per legge. Un problema che si somma a tutte le altre criticità, dal Covid alle carenze di organico”. A parlare è il segretario della Uil Fpl Massa Carrara, Claudio Salvadori, con il segretario organizzativo Chiara Marsili, che vogliono aggiungere un altro punto di vista e una diversa lettura della crisi che sta vivendo la sanità toscana e locale alla luce della pandemia e di un sistema che ormai non regge più.

“Diversi colleghi hanno giustamente evidenziato il problema della mancanza di personale. Una criticità enorme, su cui nessuno sembra voler mettere testa – prosegue Salvadori -. Mancano medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di laboratorio, ormai si viaggia su numeri che sfiorano quota cento per ciascun presidio territoriale. Oggi noi vogliamo evidenziare un altro effetto chiaro e lampante provocato da questa cattiva gestione delle risorse umane da parte della dirigenza dell’Usl Toscana nord ovest e della Regione che ha bloccato le assunzioni”.

Il tema è appunto quello di mobbing e straining: la Uil Fpl di Massa Carrara nel 2019 aveva fatto nascere uno sportello che aveva il compito di raccogliere le denunce e difendere i lavoratori, con professionisti a disposizione dei dipendenti vittime di vessazioni che, nei peggiori dei casi, possono portare non solo a disagi ma a vere e proprie sofferenze psichiche e fisiologiche, anche invalidanti.

“Un fenomeno subdolo – prosegue Salvadori – che stava vedendo un netto aumento già prima della pandemia a causa della crisi economica e della disoccupazione ma che ora ha raggiunto livelli mai visti e i lavoratori sono costretti a subire di tutto per non perdere il posto. Ogni caso è soggettivo, diverso dagli altri e per il mobbing non esiste neppure il reato in Italia. Ma gli effetti sono quelli che provano sulla pelle decine di lavoratori ogni settimana: urla e umiliazioni, offese sul posto di lavoro che toccano la sfera personale, demansionamento per ‘tirare avanti la carretta’. Tutti fenomeni che si sono acuiti in questi due anni: abbiamo ricevuto denunce e segnalazioni da decine e decine di lavoratori su tutto il territorio provinciale nel settore della sanità. Tutti sono addirittura disposti a chiedere il trasferimento pur di non aspettare un minuto di più, soprattutto i tempi della Giustizia. E ad aggravare il  problema – conclude Salvadori – non è stata la pandemia in sé quanto la cattiva gestione da parte della Regione e dell’Usl che invece di utilizzare strumenti straordinari, assumere e investire sul personale, hanno preferito spremere come limoni tutte le risorse a disposizione creando un clima di esasperazione e tensione che non sembra avere soluzione. Se non la fuga”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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