Si rifugiò con la famiglia in una grotta.
Aveva sedici anni quando riuscì a scampare all’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) grazie a un gesto semplice ma decisivo: calmare la sorellina più piccola con un po’ di zucchero. Quel dolce sapore placò il pianto della bimba, evitando che il gruppo di sfollati fosse scoperto dai soldati tedeschi. Oggi, Valentina Lazzeri, che quel giorno sopravvisse alla strage, si è spenta all’età di 97 anni.
La sua morte – avvenuta sabato scorso – rappresenta la scomparsa di una delle ultime testimoni dirette dell’eccidio che, il 12 agosto 1944, costò la vita a centinaia di persone, inclusi molti bambini. Valentina preferiva non rivangare spesso quei tragici eventi, ma amava raccontare l’episodio dello zucchero che aveva contribuito a salvare la sua famiglia.
Valentina e i suoi cari si trovavano nella zona delle Miniere, dove si erano trasferiti pochi giorni prima. Quando iniziò l’incursione nazista, riuscirono a rifugiarsi in una cavità rocciosa nelle vicinanze. Con loro c’era anche la piccola Nella, la sorellina di Valentina. Per evitare che il suo pianto tradisse la presenza del gruppo, portarono con sé un po’ di zucchero, merce preziosa all’epoca, e di tanto in tanto ne offrivano un pizzico alla bambina. Quel piccolo stratagemma si rivelò decisivo per la loro salvezza.
Come ricordano dal Museo di Sant’Anna di Stazzema, la fuga di Valentina e della sua famiglia è simile a quella di molti altri superstiti: un misto di piccoli accorgimenti, gesti spontanei e pura fortuna. Valentina e i suoi parenti scamparono alla strage, ma il prezzo fu altissimo: assistettero impotenti agli orrori che si consumarono attorno a loro.
“Il fratello Luciano raccontava di aver percorso inutilmente quei luoghi alla ricerca di amici e parenti”, ricorda l’associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema. “Alla fine, come tronchi bruciati e distorti dalle fiamme, contorti e intrisi di sangue, contarono oltre venti familiari tra le vittime”.
Negli anni successivi, Valentina si trasferì a Firenze dove si sposò con Ottavio Basagni e diede alla luce due figli, Stefano e Marco. Il Comune di Stazzema, insieme al Parco nazionale della Pace e all’associazione Martiri di Sant’Anna, ha espresso il proprio cordoglio ai familiari.
“Nostra madre non amava parlare di quel giorno terribile”, ha raccontato il figlio Marco Basagni. “Molti dettagli li abbiamo appresi da nostra zia Adele Pardini e da nostro cugino Graziano Lazzeri. Ma c’è un episodio che ricordava sempre: quello zucchero, così prezioso all’epoca, fu fondamentale. Grazie a quel dolce, riuscirono a calmare Nella e a sfuggire alla furia nazista”.