«Grande onore per essere stata invitata alla conferenza Mab Unesco, grande opportunità per ritrovare la nostra identità più profonda da un punto di vista di consapevolezza e conoscenza». Sono le parole emozionate del Sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini che nella giornata di mercoledì 19 febbraio ha preso parte alla quarta Assemblea consultiva “Riserva della Biosfera Mab Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano”, che si è tenuta a Parma, all’interno dell’aula magna del Campus Universitario di via Langhirano. Presenti numerose autorità del territorio appenninico e non solo, oltre a rappresentanti delle realtà comprese dalla Biosfera Mab Unesco, che non sono voluti mancare alla giornata che ha visto l’alternarsi di momenti “didattici”, di confronto, incontri e conferenze.
E ad accrescere ancor di più la soddisfazione dell’essere stata partecipe dell’Assemblea, c’è stato il conferimento del riconoscimento “I care Appennino”, consegnato al Sindaco di Pontremoli ed alla dirigente della Regione Toscana dottoressa Fausta Fabbri, per la neonata “Comunità del cibo di crinale”. Un progetto che pone al proprio centro di interesse l’immenso patrimonio materiale ed immateriale che da generazioni ha disegnato il nostro territorio insieme ai principi dell’Agrobiodiversità.
«Il riconoscimento “I care Appennino”, che da oggi diverrà orgoglio per ognuno di noi che ha creduto nel significato della Comunità del cibo di crinale – ha commentato il Sindaco Lucia Baracchini -, la dottoressa Fausta Fabbri della Regione Toscana in primis, è anche l’occasione per ringraziare pubblicamente l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi che,con grande lungimiranza e passione, ha fortemente sostenuto l’idea avviando il percorso con la vicina Regione Emilia Romagna, che aveva già confermato il suo interessamento per voce dell’allora Assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, e con la quale ora si continuerà il viaggio del crinale». Un vero e proprio viaggio, che da oggi quindi acquisterà un valore ancora maggiore e una spinta verso obiettivi ancor più ambiziosi e stimolanti.
«La Comunità del cibo di crinale – ha continuato il primo cittadino pontremolese -, vuole essere una nuova realtà che, accomunando per ora due ma in futuro speriamo anche tre regioni, oggi divise amministrativamente ma storicamente identitarie e unite nel loro ruolo importantissimo di comunicazione e Unione, sia stimolo e visione, obiettivo ma anche rinnovato percorso per andare, attraverso la sostenibilità del nostro Essere Cittadini consapevoli dell’importanza del promuovere, produrre e diventare conoscenza per il nostro oggi è il nostro domani e per la necessità di contribuire per l’esercizio di una cittadinanza europea voluta e sostenuta».
La mattinata è cominciata con la costituzione di gruppi di lavoro tematici, che hanno affrontato argomenti come “Uomini e foreste”, “Enogastronomia”, “Spiritualità ed ecologia”, “Vie storiche e turismo outdoor” e “Paesaggio e geomorfologia”. Nel pomeriggio invece, il Sindaco di Filattiera Annalisa Folloni ha moderato i lavori introducendo il Magnifico Rettore dell’Università di Parma, il professore Paolo Andrei. A seguire la lectio magistralis “Territori e capitale umano nell’economia e nella conoscenza”, a cura del professor Patrizio Bianchi, titolare cattedra Unesco, la presentazione dell’ “Action Plan della Riserva di Biosfera dell’Appennino Tosco Emiliano”, relatore il Presidente del Parco Nazionale Fausto Giovannelli. Infine, “Il futuro della Riserva di Biosfera”, a cura del direttore del Parco Giuseppe Vignali e la consegna dei riconoscimenti “I care Appennino”.
«La lectio magistralis del professor Bianchi ha dato nuovo respiro e un rinnovato significato all’azione di tutti noi che crediamo nell’Appennino – ha concluso Lucia Baracchini -, nel suo rapporto necessariamente paritetico con le aree cittadine e metropolitane e nel ruolo costruttivo che ognuno di noi può svolgere per e nella costruzione del terzo millennio.“Guardare oltre” è il messaggio conclusivo del professor Bianchi nel suo contributo per la costruzione di una società della conoscenza basata su Uomo, territorio e innovazione, che passi per l’educazione. Guardare oltre il limite talvolta “ristretto”, bottom Up, dell’orizzonte spaziale di un territorio montano, elevarsi sulle sue vette, vivere i suoi crinali in una nuova ottica top down per trovare nuove risposte alle sfide di spopolamento che la seconda metà del ‘900 ha portato e ripartire, con una nuova consapevolezza della necessità del nostro contributo, della nostra passione, del nostro essere Natura nella Natura, per l’Appennino».