“Realtà. Quella fuori e quella dentro” Sabato 8 dicembre a Pontremoli, una giornata tra teatro, pittura e fotografia

Una giornata dedicata ai vari linguaggi dell’arte. Il teatro, la pittura, la fotografia e il video. Si terrà Sabato 8 Dicembre presso il Museo diocesano di Pontremoli. “Realtà. Quella fuori e quella dentro”, questo il nome dell’iniziativa, si compone di più eventi, complementari e intrecciati fra loro. Si comincia alle 16,30, con l’inaugurazione della mostra pittorica di Maurizio Rossi Noi, ridicoli, e di quella di video-arte di Raffaella Castagnoli Cre-azione. A seguire, alle 18.30, il monologo teatrale con Lorenza Cervara di Beppe Casales Solamente amore.
La giornata, promossa dall’associazione Babel – La casa dei popoli, si chiuderà con una cena a sostegno del Cantiere, alle ore 21 presso il Seminario.
«In un piccolo paese di provincia arriva la nuova autostrada e con lei nuove possibilità di andare via – racconta Lorenza Cervara, dandoci un assaggio del monologo, scritto da Beppe Casales -. Anna sogna una vita diversa da quella che è stata pensata per lei, sogna un amore nuovo senza la pesantezza di dover essere ciò che è sempre stata. “Volevo essere un uccellino al primo volo”, dice Anna. “Volevo essere sola nel nido, con la mia possibilità di volare da sola. Sola, con la mia possibilità di fallire o di farcela”».
Il monologo, spiega l’attrice, «è una storia di sogni, di tradimenti, di possibilità di cambiamento, una storia d’amore, quello per se stessi, perchè tutti abbiamo il diritto di esistere, esattamente per quello che siamo. O no?»
«La scrittura e la parola, la pittura, la fotografia e il video – commenta Maurizio Rossi, che sabato esporrà la sua nuova serie di quadri – sono linguaggi che l’umanità conosce fin dal suo inizio. Le  elabora ed altre ne inventa continuamente. Linguaggi che dai primi anni del ‘900, in occidente, in alcune esperienze specialistiche e storicamente determinate possono vivere anche di una vita propria, una propria logica e una propria estetica. Ma solo quando questi linguaggi incontrano la vita e ne cercano il senso, solo allora, a nostro avviso possono diventare linguaggi artistici complessi e compiuti, linguaggi che non si rivolgono a pochi “addetti ai lavori”, ma che possono attraversare e commuovere le persone»
«Le abilità tecniche, i virtuosismi estetici – prosegue – sanno descrivere benissimo la realtà, la sanno illustrare e comunicare in diverse forme. Ma descrivere e illustrare la realtà non è l’obbiettivo più alto e profondo dei linguaggi artistici. Cosa diversa è osservare la realtà con uno sguardo poetico e lasciandosi guidare e dall’intuizione. Lo sguardo poetico sulla realtà crea punti di vista inaspettati, esprime ipotesi, rappresenta incertezze e quesiti. Lo sguardo poetico pone domande e non dà risposte, suggerisce ipotesi da indagare, da dimostrare o da negare».
«La realtà è complessa come la vita. L’errore più grosso che si può commettere è quello di cercare di ingabbiarla in descrizioni troppo precise, esaustive e verosimili. Il linguaggio poetico e artistico fa i conti con la realtà autentica, quella che ha un dentro oltre che un fuori», conclude Rossi.