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Quando non si gioca a dadi con la vita: un anestesista rianimatore per l’Ospedale di Fivizzano

Riceviamo e pubblichiamo da parte del Comitato in Difesa del Diritto alla Salute:

Ci sono obiettivi non negoziabili se si tratta di salvare vite e quello del Comitato in Difesa del Diritto alla Salute Lunigiana è, anno dopo anno, lo stesso: garantire la presenza di un anestesista rianimatore al pronto soccorso dell’Ospedale di Fivizzano. 

Per una decade il Comitato ha continuato a tenere il punto su questo. Tante promesse e disattese, ma non si è mosso di un millimetro: un pronto soccorso per definizione deve essere in grado di far fronte alle emergenze e garantire la stabilizzazione di pazienti critici, soprattutto in un’area così vasta come quella del Comune di Fivizzano, con una popolazione distribuita in una miriade di paesi.  Un’area che sta lavorando sul rilancio anche attraverso una crescente presenza di turisti da tutto il mondo che guardano rassicurati l’Ospedale come un baluardo nel caso in cui ci fosse bisogno. 

Così, ancora oggi, il Comitato ricorda ai politici le promesse fatte durante l’ultima campagna elettorale, in particolare per un rilancio della struttura ospedaliera e la valorizzazione del presidio di Fivizzano ritenuto strategico per tutto il territorio.

Forse oggi c’è qualcuno che deciderà di passare dalle tante chiacchere ai fatti. E, in occasione della recente inaugurazione della nuova Tac presso il Reparto di Radiologia dell’Ospedale di Fivizzano, il rappresentante del Comitato in Difesa del Diritto alla Salute Lunigiana ed alcuni componenti dello stesso, si sono confrontati con il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani; con l’Assessore al Diritto alla Salute e alla Sanità, Simone Bezzini; e con la Direttrice Generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani.

Presente anche il Sindaco del Comune di Fivizzano Gianluigi Giannetti, che ha condiviso le istanze e le preoccupazioni del Comitato.
Un incontro durante il quale il Comitato ha ricordato gli impegni presi durante il Consiglio comunale del febbraio 2020 (due anni fa) dal Consigliere Regionale Giacomo Bugliani e dal dott. Eugenio Giani (che sarebbe diventato poi il Presidente della Regione Toscana) per un rilancio del Pronto Soccorso e un maggiore sostegno all’Ospedale di Fivizzano.  Si parlava allora di preservare e rafforzare la capacità di rispondere alle emergenze di quello che è di fatto il primo presidio di sicurezza per la salute dei cittadini della Lunigiana Orientale.

Ancora una volta il Comitato rimarca la necessità di un servizio di anestesia e rianimazione h 24 all’interno della struttura, in quanto come sostiene da più dieci anni ormai, la reperibilità dopo le 20 dello specialista a 50 km di distanza non consente di garantire un pronto intervento in un tempo ragionevolmente breve.
Durante il recente confronto il rappresentante del Comitato ha ancora una volta sottolineato che i cittadini di una realtà periferica e disagiata, dovrebbero avere almeno le stesse opportunità di tutela della propria salute di coloro che vivono nei centri con maggiore concentrazione e offerta di servizi essenziali.

Il rappresentante ha ricordato un episodio che lo ha coinvolto in prima persona. Era il 1987 e lui aveva 17 anni quando a seguito di un incidente mortale veniva portato al Pronto Soccorso di Fivizzano. L’intervento tempestivo dell’anestesista rianimatore, dei medici presenti del Pronto Soccorso e degli operatori delle sale operatorie – allora si poteva contare sulla loro reperibilità – gli hanno salvato la vita. 

Se questo avvenisse oggi, nel 2022 quando si sbandierano gli avanzamenti nel settore della sanità, non sarebbe qui a raccontare questa vicenda.

Il Comitato è ancora fiduciso e ritiene che dal recente (e ulteriore) incontro possano derivare risposte concrete. 

La richiesta è talmente scontata che spiega l’ostinazione nel ribadirla, perché la decisione di garantire un servizio così essenziale fa leva sulla necessità di salvare vite. Lo sperare che non ci sia bisogno, che l’emergenza non si verifichi mai, è come giocare a dadi e lasciare le persone in balia della fortuna. Come si dice, la fortuna è cieca, ma chi serve le comunità, i rappresentanti delle istituzioni e gli amministratori, non dovrebbero esserlo. 

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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