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Prosegue con Gioia Giusti la rassegna dell’associazione Donatori di Musica

Il primario di Oncologia dell’Ospedale delle Apuane, Andrea Mambrini, nel presentarla non nasconde una punta di orgoglio di campanile.

Lei, Gioia Giusti, massese doc, pianista e concertista di fama nazionale, docente sia al conservatorio Giacomo Puccini di La Spezia che al liceo musicale Felice Palma cittadino, è giustamente soddisfatta. Figlia di Carlo, insegnante di musica alle scuole medie ed conosciutissimo fotografo, e nipote di Francesco, storico ritrattista in città, Gioia Giusti intraprende la carriera di pianista guidata dal padre che da sempre coltiva quella passione. Ed infatti, con lui coordinatore e responsabile della comunicazione, è direttrice del Festival “Musica sulle Apuane” progetto che esalta quella soglia sottile che collega la musica con la vocazione per la montagna intesa come “connubio tra montagna e musica, con l’intento di valorizzare il territorio apuano, incentivare un turismo ecocompatibile e consapevole, portare l’arte e la cultura, prodotti umani, al cospetto della bellezza della natura, per generare rispetto per l’ambiente, profondità di emozioni e loro condivisione”.

“Esprimo la mia gioia nell’avere qui, oggi, Gioia!” Esordisce con questa battuta un po’ freddina il Direttore Andrea Mambrini, anche se poi si riprende immediatamente descrivendo le nobili prerogative della Associazione Donatori di musica. “Voglio puntualizzare – continua il Primario – l’importanza del ruolo che la musica può ritagliarsi nel costruire un canale di sinergia fra il compito del terapico e lo stato d’animo del paziente. Due componenti che poste in configurazione studiata possono facilitare l’effetto del farmaco. È fondamentale mantenere la nostra attenzione su questo aspetto che è in grado di ponderare l’influenza che una cura manifesta e guadagna sulla malattia.”

La parola passa poi alla pianista che presenta la scaletta delle arie che andrà ad eseguire: “Presenterò musiche di Franz Schubert, compositore austriaco del periodo romantico, con alcuni “brevi improvvisi” dell’opera 90 dove bellezza, semplicità, complessità, contrasto e colori si fondono in una sfumatura eterea. Beethoven sarà il secodo compositore che presenterò con l’opera 110, ultime sonate. È questo l’apice del suo stile, evoluzione e congiunzione fra classicismo e romanticismo.”

L’atmosfera poi da dialettica è sfumata in un leggero effluvio musicale armonico e melodioso che ha presto rapito animo e sensi della platea, nella saletta policonfessionale dell’ospedale delle Apuane. Le sonate sono confluite spontanee superando il limite ingombrante fra classicismo e romanticismo. Ed alla fine applausi scroscianti ed interminabili hanno suggellato il talento, mai in discussione, di Gioia Giusti.

Redazione
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