Pontremoli è stata l’ultima città del centro Italia a essere liberata dall’occupazione nazi-fascista grazie ai partigiani. Ogni anno, il 27 aprile i pontremolesi celebrano i festeggiamenti in ricordo della liberazione. Quest’anno ricorre il 75° anniversario e nonostante la situazione causata dal Covid-19 le associazioni del territorio hanno potuto organizzare la celebrazione attraverso iniziative sui social. Fra queste il 26 aprile ha visto divulgare l’evento annuale “Achtung! Banditen 2020”, organizzata da Babel-La casa dei Popoli che ha coinvolto le diverse associazioni che operano sul territorio lunigianese. In questo contesto l’associazione culturale La Poltrona Rossa ha partecipato all’evento proponendo tre delle opere realizzate dalle ragazze durante i laboratori artistici e creativi svolti nell’Istituto Penale per Minorenni di Pontremoli. I laboratori creativi rientrano nelle attività del progetto Officine In Arte giunta alla seconda edizione grazie ai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il progetto ha coinvolto anche Simona Mussini di Archivi della Resistenza circolo Edoardo Bassignani di Fosdinovo la quale, attraverso un laboratorio sulla cittadinanza, ha proposto alle ragazze una riflessione sulle tematiche dei diritti, della resistenza e della parola Porrajmos ovvero la deportazione rom e sinti avvenuta durante il periodo nazista.
“Oggi che viviamo un momento di particolari privazioni e restrizioni dovute al Covid-19 – dice Ivana Parisi, presidente dell’associazione La Poltrona Rossa – nelle carceri la parola resistenza assume un significato più profondo. Le persone ristrette resistono alle conseguenti mancanze quali sospensioni dei colloqui con i familiari, perdita della possibilità di continuare gli studi, di lavorare e di svolgere attività ricreative. La conseguenza è quella di costringere i detenuti a vivere in una condizione di ulteriore isolamento con il mondo esterno. È in questo contesto che il concetto di resistenza assume un significato di speranza affinchè vengano realizzati i valori di libertà, democrazia e difesa dei più deboli. La popolazione carceraria è stata messa a dura prova e anche tutto il personale interno delle strutture detentive di tutta Italia che ha dovuto affrontare dei momenti difficili nel gestire le emergenze. Mi auguro che ci sia al più presto un ritorno alla normalalità senza però dimenticare ciò che è stato questo periodo di pandemia e cercando di riflettere e di riproporre una società migliore di quella che abbiamo lasciato in sospeso”.