7 Novembre 2024, giovedì

Pnrr: finanziamento di 221.500 euro alla SdS Lunigiana per un progetto sostegno a genitori e famiglie

“La pandemia ha acuito le situazioni di disagio estremo. Per questo, come Società della Salute della Lunigiana, avendo come mission la protezione di chi è respinto ai margini della società, non possiamo lasciare sole le famiglie vulnerabili e i bambini presenti in queste. Il finanziamento che abbiamo ricevuto, frutto di un grande lavoro di squadra, va in questa direzione”.

Così il presidente e il direttore facente funzione della SdS Lunigiana, Riccardo Varese e Amedeo Baldi, commentano il nuovo obiettivo centrato dal consorzio socio-sanitario, che ha ottenuto, nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), un finanziamento di 211mila e 500 euro per dare sostanza al progetto per il sostegno alle capacità genitoriali e la prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini.

La linea di finanziamento in questione è stata ammessa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il progetto si propone di attuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (Leps), nell’ambito del Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione (Pippi), in particolare prevenendo situazioni di allontanamento familiare.

Ma come la SdS cercherà di concretizzare questo obiettivo?

A rispondere è Yessica Gussoni, coordinatore consultorio e neuropsichiatria infantile zona Lunigiana: “Sicuramente attraverso una progettazione che preveda un lavoro di coordinamento, sinergia e integrazione con i servizi esistenti dedicati a favore della famiglia e dei minori presenti nel nostro territorio.

In particolare, mi riferisco al Centro minori e famiglie, struttura progettata e promossa dalla SdS nel 2007.

Al proprio interno opera un’equipe di tipo multi professionale, formata da assistenti sociali, educatori professionali, psicologi e mediatori linguistici, e vi vengono svolte attività di prevenzione e di tutela.

Dall’analisi dei bisogni, che oggi risultano essere sempre più complessi, appare più che mai necessario consolidare ed incrementare il lavoro di presa in carico di tipo multidisciplinare a sostegno della genitorialità, coinvolgendo tutta la comunità e le agenzie che ruotano intorno alla famiglia stessa.

In un’ottica di prevenzione, le nuove risorse in arrivo offriranno l’opportunità di attivare ulteriori forme di sostegno alla relazione genitore – figli, con il fine di accompagnare i genitori in situazioni di difficoltà, sia attraverso l’attivazione di gruppi con genitori e bambini, per promuovere momenti di confronto e condivisione sugli obbiettivi che concorrono al benessere dei minori e delle proprie famiglie, sia attraverso l’attivazione di forme di sostegno sociale, come famiglie d’appoggio e vicinanza solidale”.

Scendendo nei dettagli, la SdS Lunigiana gestirà il progetto con la stipula di un accordo di partnerariato con gli enti del terzo settore, che metteranno a disposizione le figure di coach.

La coprogettazione sarà avviata con un avviso pubblico finalizzato all’individuazione di soggetti del terzo settore disponibili alla coprogettazione e gestione in partnership delle attività e degli interventi.

Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi/gestionali, per tutta la durata del progetto la struttura metterà a disposizione le seguenti risorse tecniche e amministrative, necessarie per portare a termine il progetto: un referente territoriale (assistente sociale assunto a tempo indeterminato), che si occuperà dell’avvio delle attività e del monitoraggio del progetto; un rendicontatore (collaboratore amministrativo assunto a tempo indeterminato), che si occuperà del monitoraggio e della rendicontazione; due assistenti sociali, tre educatori/animatori, due psicologi e un mediatore linguistico, che svolgeranno la loro attività al Centro minori e famiglie.

Il Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione persegue la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti, al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d’origine, articolando, in modo coerente fra loro, i vari ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini che vivono in tali famiglie, tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni.

L’obiettivo primario è, dunque, quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo, secondo il mandato della legge n. 149 del 28 marzo 2001.

L’acronimo Pippi intende rifarsi al personaggio televisivo di Pippi Calzelunghe, figura simbolica che esprime le infinite potenzialità dei bambini e le capacità di far fronte in maniera positiva alle difficoltà, grazie anche al sostegno delle reti sociali e dei legami affettivi, che può permettere loro di arrivare a un recupero nelle situazioni di vulnerabilità familiare.

Redazione
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