Il 28 maggio 1974, durante il comizio di una manifestazione antifascista, una bomba posizionata all’interno di un cestino accanto a una delle colonne del portico sottostante i “mac de le ure”, esplose alle 10 e 12 minuti, uccidendo 8 manifestanti e ferendone oltre 100. La manifestazione antifascista era stata indetta dai sindacati confederali e dal Comitato Antifascista, ma vi parteciparono anche i gruppi extraparlamentari.
In città da tempo la mobilitazione era permanente, in risposta a una serie di aggressioni, provocazioni e tentativi di attentato da parte della destra neofascista bresciana. Dopo oltre 40 anni di indagini, processi, assoluzioni e depistaggi, nel giugno 2017 la Cassazione ha confermato la pena dell’ergastolo per Maurizio Tramonte, l’ex “fonte Tritone” dei Servizi segreti, e Carlo Maria Maggi, all’epoca dei fatti dirigente veneto dell’organizzazione neofascista Ordine Nuovo.
“Esce ora nella ricorrenza del 45/mo anniversario della strage di Piazza della Loggia (otto morti e più di cento feriti) La morte a Brescia. 28 maggio 1974: storia di una strage fascista di Paolo Barbieri (Red Star Press, pp. 128, euro 14). Lo stesso autore, all’epoca diciottenne, era su quella piazza al momento dello scoppio della bomba. Non fu investito dall’esplosione per una pura casualità, o come scrive, per «destino o fortuna».
A causa della pioggia battente si era rifugiato sotto i portici proprio dove pochi minuti dopo deflagrò l’ordigno collocato in un cestino porta rifiuti. Chiamato da un amico si era spostato rimanendo incolume. Nella sua memoria indelebili sono rimasti la visione del sangue e dei corpi straziati riversi a terra, gli attimi concitati del deflusso dei manifestanti, la paura, anche di un possibile golpe, il presidio successivo delle sedi del sindacato e dei partiti, l’immensa folla del giorno dei funerali con i fischi alle autorità politiche.”
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Diego Remaggi
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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