“Nel mercato dell’auto a settembre si registra il primo segno positivo del 2020: sono state 156.132 le immatricolazioni, il 9,5% in più dello stesso mese del 2019. Questo significa che gli ecoincentivi stanno funzionando, limitarli o interromperli ora non sarebbe una scelta auspicabile” così la deputata Pd e Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Martina Nardi chiede al Ministro dello sviluppo economico Patuanelli che non sia cancellato nella legge di Bilancio il previsto fondo di 400 milioni a sostegno dell’automotive.
“Non si interrompe un ciclo virtuoso nel momento in cui inizia a funzionare – spiega la Presidente Nardi – perché così si rischia di produrre un effetto negativo doppio, in quanto si colpisce sia un settore ad alto valore aggiunto di posti di lavoro, sia il rapporto di fiducia con i cittadini-consumatori”. Nardi infatti fa notare che quel segno più nelle immatricolazioni avrebbe potuto e potrebbe essere ancora più alto “se il rifinanziamento di ulteriori 400 milioni di euro effettuato con il Decreto Agosto non fosse stato rigidamente contingentato in funzione delle emissioni di Co2 al chilometro raggruppate in 4 classi, con il risultato che i fondi risultano esauriti per alcune categorie di auto e in sovrabbondanza per altre”.
“Gli ecoincentivi – ricorda la Presidente Nardi – hanno un doppio valore aggiunto: da una parte aiutano a rinnovare il parco auto degli italiani che è troppo vecchio e troppo inquinante e quindi contribuiscono a migliorare la qualità del nostro ambiente, ma dall’altra sostengono un comparto, come quello dell’auto, che nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6% del Pil, con 5.700 imprese e 250 mila occupati, cioè ben il 7% dell’intera forza lavoro dell’industria manifatturiera italiana”. “In più la crescita di questo mercato comporta anche ricadute benefiche per il nostro fisco – aggiunge Nardi -. Infatti le ultime agevolazioni, secondo i calcoli di Federauto (Federazione dei Concessionari Italiani) e UNRAE (associazione dei costruttori Esteri), hanno fruttato 58 milioni di euro di gettito IVA, oltre ai maggiori introiti legati all’immatricolazione dei veicoli, tra cui i vari bolli e l’IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), somma che avrebbe permesso di rifinanziare facilmente il fondo, almeno per le vetture di fascia con emissioni comprese tra 91 e 110 grammi di CO2 al chilometro”.
Ma oltre alle risorse l’attenzione della Presidente Nardi si concentra anche sugli intoppi burocratici che hanno frenato e stanno ancora ostacolando sia i concessionari che le famiglie. “Io personalmente sono a conoscenza di numerosi casi di ritardi nella consegna delle autovetture già prenotate e parzialmente pagate con acconto – spiega Nardi – . E questo, secondo Unrae, è dovuto al fatto che i concessionari si trovano di fronte a un sistema che non funziona come dovrebbe. Il problema è che la piattaforma che gestisce l’Ecobonus prevede un limite di 50 pratiche al giorno per ogni rivenditore registrato, con la conseguenza che nelle categorie con i fondi agli sgoccioli, un consumatore che pure ha concluso il suo acquisto rischia di non vedersi concedere gli sconti perché la sua pratica è stata completata quando ormai i fondi erano esauriti”.