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Medici e pediatri di base, Mastrini: “Lunigiana in difficoltà”

In Toscana mancano 245 fra medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Significa che se si fa una media di 1.100 assistiti a medico, ci sono circa 245 mila persone che non hanno assistenza di base”. A dichiararlo è il sindaco di Tresana Matteo Mastrini, che entra nel merito delal situazione lunigianese.

“E il problema, in un territorio periferico e marginale come la Lunigiana, è ancora più accentuato.

Prima di approfondire il problema, partiamo questa volta dalle soluzioni: servono strumenti e incentivi per garantire l’assistenza sui territori.

In Lunigiana, da almeno cinque anni, si registra il grave problema del reperimento dei medici di base.

In molteplici occasioni ai pensionamenti non corrispondono sostituzioni e i cittadini dei piccoli comuni e dei comuni montani rimangono senza medico di famiglia.

Spesso, cosa complicata in montagna, sono costretti a spostarsi fuori comune. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto di investire 100 milioni di euro per il potenziamento delle “farmacie rurali”, trasformandole in “farmacie dei servizi” e molti comuni montani hanno garantito ai medici la gratuità o l’affitto a cifre calmierate degli studi medici, al fine di agevolare l’apertura degli studi stessi e la presenza dei medici per una piena continuità dei servizi.

Il 2022 vedrà il pensionamento di altri cinque medici in Lunigiana per il raggiungimento del limite d’età per l’esercizio della professione: noi siamo disponibili ad attuare tutte le forme di aiuto possibile, ma da novembre aspettiamo una chiamata dell’Asl. Molti comuni montani hanno già realizzato o realizzeranno, d’intesa con le Regioni, le “Case della salute” e queste dovranno essere dotate di personale sanitario, medico e paramedico, senza scalfire la presenza di studi medici aperti e operativi nei paesi. La telemedicina è strumento importante per il telecontrollo e la telediagnosi, anche se in alcun modo si sostituisce alla presenza di medici specializzati in medicina di base che mantengono aperti studi e presidi sui territori a vantaggio delle comunità e in particolare delle fasce deboli della popolazione.

La nostra richiesta è chiara – conclude Mastrini – vanno bene gli investimenti, va bene la telemedicina, vanno bene le case di comunità: questo è il futuro, ma il presente dei lunigianesi, senza medici di base, non è garantito.

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