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Mastrini: delusione per il bando regionale per le recinzioni

“Il Bando per il tipo di operazione 4.1.1, relativo al miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole, rappresenterebbe un’importante opportunità per le realtà del nostro territorio.
L’importante dotazione finanziaria, circa 4.000.000 di euro potrebbe determinare ricadute positive su chi ne ha realmente bisogno. E la Lunigiana, è chiaro a tutti, è un’area in cui si dovrebbe investire sulla competitività delle aziende agricole e soprattutto assecondare, sostenere e tutelare importanti investimenti fatti in questi anni  da parte di   giovani agricoltori, in una zona che non potendo contare  su altre forme di sviluppo ha deciso di ritagliarsi un ruolo importante nel settore agricolo recuperando territori abbandonati, dove davvero quotidianamente viene svolta un’agricoltura eroica, volta  alla salvaguardia del territorio e delle proprie identità”. A dichiararlo è il sindaco di Tresana Matteo Mastrini.


“Il bando recinzioni – prosegue Mastrini – era molto  atteso da tutti gli agricoltori che hanno avuto danni  rilevanti di interi raccolti, a causa del proliferare degli ungulati: nei mesi scorsi infatti si sono registrate vere e proprie devastazioni al raccolto in qualsiasi territorio, tuttavia sarebbe stato fondamentale avere un’attenzione particolare per quelle zone più  fragili,  meno vocate, dove il  ruolo dell’agricoltura non permette  elevati profitti.  

La questione si è poi complicata con la peste suina, rispetto alla quale non si devono diffondere allarmismi, ma ci si deve comunque dotare delle necessarie misure preventive.
Per questo, il fatto che il bando recinzioni finanzi esclusivamente la salvaguardia degli allevamenti suinicoli allo stato brado o semibrado, di fatto esclude la platea di tutti gli altri allevatori e soprattutto degli agricoltori insediati nella nostra provincia, che viene ancora una volta emarginata a scapito di altre province come Firenze, Siena, Grosseto  dove questo tipo di allevamenti risulta largamente diffuso.

Poi ci meravigliamo se la Lunigiana, come altre zone con le stesse caratteristiche, ovvero periferiche e marginali, fatichi a svilupparsi o se gli imprenditori del settore si sentano abbandonati e quindi molto spesso rinuncino ad investimenti che invece potrebbero costituire un volano  economico importante.

Questa è l’ennesima dimostrazione di come scelte sbagliate si possano ripercuotere sull’economia e sulla vita dei territori: vorrei chiedere all’assessore all’agricoltura, Stefania Saccardi, se la Lunigiana e la provincia di Massa Carrara abbiano diritto a crescere e svilupparsi.

Se è giusto, come pare dai requisiti del bando, che quasi tutte le risorse possano essere drenate dalla Toscana centrale e del sud.
A noi restano i problemi: proliferare incontrollato del bosco, proliferare della fauna selvatica, danni alle coltivazioni. Un disastro totale che malgrado tutto passa  inosservato, nonostante  tale problema fosse più volte stato segnalato all’attenzione dell’assessore”. 

Redazione
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