20 Aprile 2024, sabato
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Fivizzano

La valle del Lucido e la nascita di una cultura industriale, se ne è parlato a Fivizzano

La Lunigiana ha una storia molto travagliata, divisa, racchiusa, difesa e spartita da diversi feudi medievali e poi diventata moderna con l’arrivo dell’età napoleonica.
Cosa rimane di tutto questo? Come si è evoluta a livello sociale ed economico?
A queste e ad altre domande ha risposto ieri sera il professor Daniele Canali in una interessante lezione facente parte del corso di storia locale organizzato dal comune di Fivizzano, aperto a tutti i cittadini.
L’ambito di osservazione è stato subito molto vasto. Non si può parlare di Lunigiana e Valle del Lucido (parte presa in esame) senza quantificare l’importanza avuta dalla provincia di appartenenza, quella di Massa e Carrara, e ovviamente dal lavoro più importante per l’economia locale, quello del marmo.
A Fivizzano ed in altri piccoli centri vi erano già attività specializzate in alcune lavorazioni, c’erano le ferriere, le prime attività tessili e ovviamente molta agricoltura privata, ma tutto cambiò quando l’economia marmifera iniziò ad essere rilevante in una dimensione internazionale. Uno dei maggiori artefici e sviluppatori di questa nuova direzione fu Guglielmo Walton, un imprenditore britannico che pose le basi per un’industria destinata a cambiare per sempre le vette e i piedi delle Apuane.
Con l’arrivo del marmo su vasta scala, si resero necessarie sedi di lavoro che potessero in qualche modo sostenere il ritmo delle estrazioni. Si trattò quindi di realizzare segherie e altre strutture tecnicamente adeguate. Curiosamente, per il mondo industriale di oggi, si cercò di effettuare una sorta di crescita “sostenibile” delle macchine, utilizzando tecnologie già preesistenti con poco impatto ambientale ma tutto indirizzato alla crescita.
Con il marmo, il comune di Fivizzano diventa una fucina di scultori, molti emigrano all’estero e riscuotono successo anche in diverse capitali europee. Chi rimane sul territorio vede crescere l’importanza della segheria Walton di Monzone. Non è un caso che il piccolo centro della valle del Lucido ebbe una importanza crescente a tal punto da vedere realizzata presto una ferrovia per lo scambio del marmo. Circa 100 operai lavoravano nella segheria lungo il fiume e questo creò un indotto importante per la località che pian piano iniziò a crescere.
Da un punto di vista politico, la classe sociale prevalente aveva un indirizzo socialista. Walton era un imprenditore molto tollerante e non si ricordano grandi problemi sindacali come invece accadevano nelle cave da cui il marmo veniva estratto, dando vita ad un pensiero libertario che ancora oggi connota i “cavatori” e la città di Carrara.
Il marmo circondava la valle del Lucido, per anni si è pensato di poter realizzare una strada che unisse facilmente la zona con le cave del monte Sagro e per generazioni – ancora oggi – Vinca si trova nella posizione di poter dire qualcosa in merito ai bacini marmiferi.
Insomma, lo studio della storia del territorio, secondo Canali può essere utile per poter rilanciare lo stesso. “La storia serve”, ammette lo studioso nelle battute finali, prima di rispondere alle numerose domande del pubblico.
La serata, organizzata dal comune di Fivizzano nell’ambito del progetto dell’Università del tempo libero fa parte del corso di storia locale che ha come docente il professor Mario Nobili.

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