La Procura di Firenze ha indagato un gruppo imprenditoriale legato al clan camorristico dei Casalesi, operante principalmente in Toscana e attivo su tutto il territorio nazionale. Il gruppo è accusato di diversi reati, tra cui l’impiego di denaro di provenienza illecita, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, il trasferimento fraudolento di valori e la bancarotta fraudolenta.
Al termine dell’inchiesta, condotta dai militari dei comandi provinciali della Guardia di Finanza di Firenze e Vicenza, la Procura ha notificato un avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 18 soggetti. Questi sono originari o residenti nelle province di Grosseto, Caserta, Roma, Pordenone, Messina, Massa Carrara, Brescia, Vicenza e Trento.
I finanzieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, hanno condotto le indagini dal 2019 al 2024 per contrastare il sodalizio dedito a numerosi reati economico-finanziari, aggravati dall’aver favorito e rafforzato il clan camorristico dei Casalesi.
Le investigazioni si sono concentrate su un imprenditore edile originario di Casaluce (Caserta) e residente a Grosseto, già condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver agevolato il gruppo criminale di Vincenzo Zagaria. Le indagini hanno rivelato che l’imprenditore, attraverso società intestate a prestanome, avrebbe reimpiegato capitali illeciti pari ad almeno 300 mila euro, riconducibili a un affiliato al clan dei Casalesi, imputato per auto-riciclaggio e frode fiscale, già coinvolto in indagini sulla criminalità organizzata di matrice camorristica.