Vicino a casa nostra partono dal greto del Secchia, sotto Poiano di Villa Minozzo e attraversano la dorsale dell’Appennino per 20 chilometri per riaffiorare sul versante toscano a Sassalbo.
Sono i Gessi Triassici della Valle del Secchia, conformazioni rocciose tipiche del Parco dell’Appennino Tosco Emiliano, che li candida a Patrimonio dell’Umanità, insieme con i Gessi Messiniani, che risiedono sempre in zona Parco. La candidatura comprende anche i Parchi Regionali dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abadessa e della Vena del Gesso Romagnola.
Ma c’è un ma. A Sassalbo i Gessi della Tecchia Bianca non sono compresi nel confine del Parco per una manciata di metri, e per ora non possono rientrare nella candidatura.
L’ente, non si è dato comunque per vinto e in accordo con il comune di Fivizzano ha scritto una lettera alla Regione Toscana per chiedere una misura di tutela il più semplice e snella possibile per i gessi sassalbini, in modo da poterli inserire nella candidatura Unesco, come richiesto dai parametri per l’approvazione.
“La candidatura è ancora in una fase istruttoria, è possibile che si trovino le modalità per inserirli”, ha spiegato Emanuela Caruso del servizio aree protette della Regione Emilia Romagna nel tavolo di lavoro online su paesaggio e geomorfologia proposto dalla MaB e moderato dalla geologa Alessandra Curotti.
“Potremmo avviare la procedura di inserimento nei confini del Parco ma i tempi sarebbero molto lunghi – ha affermato il presidente Fausto Giovanelli sempre nel corso del tavolo – Colgo l’occasione della presenza della regione Toscana a questo incontro per sollecitare l’attenzione sulla situazione di Sassalbo”.