Ancora una volta ha avuto grande successo l’iniziativa promossa da Arci Agogò Aulla ed intitolata Filosofia da Bar. Questa volta è stato il bar Cesare che sabato scorso 8 febbraio ha ospitato il numeroso pubblico intervenuto per ascoltare i due professori Vittorio D’Auria e Alessio Serafini e le loro conversazioni sulla meccanica quantistica.
Tema centrale della lezione è stata la differenza tra fisica classica e fisica quantistica. La prima si poggia su alcune premesse, in particolare quella che il mondo esista indipendentemente dagli osservatori: ad esempio, Einstein diceva che la luna c’è anche se non la guardiamo.
Una seconda premessa della fisica antica è il principio di località, secondo il quale un evento non può influenzare immediatamente un altro evento che si trovi separato dal primo nello spazio o nel tempo. Ad esempio, un raggio di sole impiega circa otto minuti per raggiungere la terra.
La meccanica quantistica ha invece premesse e punti di vista assai differenti. Il principio dell’entanglement afferma che due particelle possono rimanere collegate l’una con l’altra e di conseguenza avere reazioni simili (o opposte) anche se la loro interazione effettiva è avvenuta a grande distanza, nello spazio o nel tempo.
La fisica classica è sempre una descrizione del mondo. È descrittiva, operazionale: il metodo sperimentale serve per predire il risultato di un esperienza. La meccanica classica ci porta a pensare il mondo così come lo vediamo, le previsioni corrispondono esattamente alle aspettative e in teoria, se avessimo una quantità di dati sufficiente, secondo la fisica classica potremmo arrivare a predire il futuro.
La meccanica quantistica invece non descrive il mondo in modo intuitivo, non offre un racconto nel quale si possa credere e neppure ha l’ambizione di predire il futuro in modo esatto, in quanto si occupa di probabilità. La frattura con il realismo avviene perché alcuni fenomeni analizzati dalla meccanica quantistica non rientrano all’interno dei modelli classici, in particolare la meccanica quantistica supera la differenza tra onde e particelle.
Vittorio D’Auria vive ad Albiano Magra, ha insegnato fisica e matematica per molti anni al liceo scientifico Fermi di Villafranca. Alessio Serafini è stato suo allievo, si è poi laureato in fisica a Pisa ed è adesso titolare della cattedra di fisica teorica presso UCL University College di Londra. Anche lui è lunigianese di origine, uno dei tanti giovani che sanno dimostrare il proprio valore anche in ambito internazionale.
I due relatori hanno saputo affrontare un tema difficile in modo incisivo e divertente, arricchendo le loro spiegazioni con numerosi aneddoti che dimostrano come la professione di fisico sia difficile da intraprendere se non si è dotati di un po’ di autoironia. Lo sapeva
bene Niels Bohr, premio Nobel per la fisica nel 1922. Lo studioso teneva un ferro di cavallo appeso alla porta di casa, e spesso i visitatori lo interpellavano:
“Professore, ma davvero crede che un ferro di cavallo porti fortuna?”
“Certo che no” – rispondeva lui – “ma dicono che porti fortuna anche a chi non ci crede…”.
L’incontro dimostra che non serve essere degli studiosi per interrogarsi sul mondo e la scienza. Il prossimo appuntamento con filosofia da bar si terrà sabato 20 marzo alle 21 presso il Bar Giardino in via Fiore (Aulla). Saranno ancora protagonisti Vittorio e Alessio, per un’altra conversazione sulla fisica ed i suoi segreti.
Le attività del circolo Agogò non si limitano però agli incontri di filosofia. L’associazione cura la scuola di musica Abreu di Aulla, il dopo scuola gratuito per i ragazzi, le lezioni di italiano per stranieri e tante altre belle iniziative, sempre finalizzate allo stare insieme in modo creativo e appagante. Naturalmente vi terremo sempre informati sulle pagine de L’Eco della Lunigiana!